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Die Linke alle elezioni: “Missione Riccioli d’Argento”

Dire che i partiti tedeschi arrivino impreparati alle elezioni anticipate di febbraio è tanto vero quanto bizzarro. Vero perché qualche partito ha dovuto pensarci un attimo prima di esprimere un candidato cancelliere (e l’SPD ci sta ancora pensando). Bizzarro perché, se non fossero state anticipate, le elezioni si sarebbero tenute a settembre, il che vuol dire che tutte le forze politiche hanno avuto tempo in abbondanza per decidere come arrivare a questa sfida. Una spiegazione possibile è che i terremoti delle elezioni di alcuni Länder abbiano fatto saltare i piani precedenti, dimostrando che ai sondaggi bisogna dare retta per tempo. Uno degli ultimi annunci di campagna elettorale riguarda Die Linke, il partito più a sinistra fra gli schieramenti tedeschi, che, stando ai sondaggi, rischia di non superare la soglia di sbarramento del 5% e che, da qualche giorno, ha annunciato il tema della nuova campagna elettorale e i nomi dei candidati di punta.

Missione Riccioli D’Argento

Chiamarli “candidati cancellieri” sarebbe sciocco: tutti e tre sanno benissimo che non diventeranno mai cancellieri. Ci vorrebbe un miracolo anche solo per far entrare Die Linke nel prossimo governo, figurarsi arrivare a essere il partito di maggioranza. Al trio formato da Gregor Gysi, Dietmar Bartsch e Bodo Ramelow è stato affidato un altro compito: quello di lottare per la sopravvivenza di Die Linke al Bundestag. La campagna si chiamerà “Mission Silberlocke”, ovvero “Missione Riccioli D’Argento”, a indicare le rispettive età dei candidati (76, 66 e 68 anni) e anche la fascia di elettorato alla quale si rivolgono. Ci troviamo, infatti, in uno di quei rari momenti storici nei quali è assai più facile che a coltivare valori liberali e di sinistra siano gli over 50, piuttosto che gli under 25.

Questi veterani della politica hanno l’obiettivo di risollevare le sorti del partito, attualmente in crisi, in vista delle prossime elezioni. La strategia di Die Linke si basa fortemente sulla popolarità personale di Gysi, Bartsch e Ramelow, che si candidano rispettivamente nei collegi di Berlino-Treptow, Rostock ed Erfurt.

La speranza dei mandati diretti

La scelta di queste circoscrizioni non è casuale, ma mirata a massimizzare le possibilità di successo del partito. L’obiettivo dichiarato è quello di conquistare almeno tre mandati diretti, il che garantirebbe a Die Linke l’ingresso nel Bundestag anche nel caso in cui non riuscisse a superare la soglia del 5% dei voti a livello nazionale, grazie alla cosiddetta “clausola del mandato di base” (che permette, appunto, di ottenere qualche seggio in parlamento anche se il partito non supera la soglia di sbarramento).

Il partito spera di ottenere seggi diretti anche in altre aree strategiche come Lipsia e Berlino-Lichtenberg, dove ha storicamente goduto di un forte sostegno.

La strategia ha senso: i sondaggi attuali indicano un supporto oscillante tra il 2% e il 4%, ben al di sotto della soglia necessaria per entrare nel Bundestag senza mandati diretti. Ramelow, forte della sua esperienza come primo ministro della Turingia, sembra il più ottimista sulla possibilità di ottenere un seggio diretto. Alle ultime elezioni regionali, ha ottenuto un impressionante 42,4% nel suo collegio di Erfurt, dimostrando la sua capacità di attrarre un ampio consenso elettorale sul proprio territorio di riferimento. Ramelow, nonostante il titolo della campagna, ha anche sottolineato, in una recente conferenza stampa congiunga, l’importanza di coinvolgere i giovani elettori.

Per Gysi, la sfida si preannuncia particolarmente ardua nel suo collegio di Treptow-Köpenick, dove AfD è diventato il primo partito alle elezioni europee e il movimento di Sahra Wagenknecht (BSW) ha raggiunto il 14%.

Il ruolo di Die Linke nella politica tedesca

La discussione sui singoli temi, per il momento, è cauta. È evidente che il partito, come tutti gli altri, dovrà confrontarsi sugli argomenti divisivi che sono alla base del terremoto politico che sta scuotendo la sinistra tedesca (immigrazione, conflitto in Ucraina, conflitto in Medio Oriente, Ambiente e instabilità economica), ma, per il momento, i tre leader sembrano inclini a parlare soprattutto di valori e a mettere in guardia l’elettorato sul fatto che, senza Die Linke, al Bundestag si perderanno completamente le argomentazioni di sinistra. “Senza Die Linke” si legge sotto la presentazione di Dietmar Bartsch, “il Bundestag e la nostra società, e in particolare le persone il cui reddito è sempre più divorato dall’inflazione o che già non hanno molto, perderebbero l’unica voce che li difende”.

Die Linke e i social

Nel frattempo, l’avvio della “Missione Riccioli D’Argento” è stato annunciato anche sui social media, come era normale. Sui profili Instagram, Facebook e TikTok di Gysi e Bartsch sono comparsi soprattutto estratti della conferenza stampa ufficiale di avvio della campagna. Su quello di Bodo Ramelow, a riprova del fatto che il partito non ha intenzione o non è capace di parlare ai giovani, sono comparsi anche due video che hanno l’evidente intenzione di essere più “informali” e che abbinano effetti visivi, sticker e musiche “giovani” alle immagini dei candidati (in un caso, fotomontati a cavallo di un razzo, il che potrebbe essere considerato leggermente inappropriato, nell’attuale scenario politico internazionale).

Questa non è la sede per un approfondimento più complesso sull’uso dei social da parte dei politici della generazione di Gysi, Ramelow e Bartsch, ma vale la pena di notare che, se il consenso guadagnato dall’ultradestra di AfD non si può attribuire esclusivamente alla capacità di intercettare i giovanissimi proprio sui social (e soprattutto su TikTok), nemmeno si può ignorare l’impatto delle loro campagne digitali. Fino a questo momento, Die Linke dimostra di non ritenere prioritario, nel contesto della campagna elettorale, l’investimento in una consulenza d’immagine e strategica specifica per la comunicazione social. Se dietro ci sia una considerazione morale sul rifiuto della manipolazione di massa non possiamo saperlo, certo è che, nell’analisi delle recenti disfatte elettorali, questo aspetto avrebbe dovuto essere dibattuto con più attenzione. Altrettanto certo è che chiunque abbia consigliato a Ramelow di far pubblicare quei due video sul suo profilo non sta facendo gli interessi politici di Die Linke.

@bodo.ramelow Mission Silberlocke ✊ Die Linke #WeGotThePower #dielinke @Die Linke @GregorGysi @Dietmar Bartsch ♬ nhạc nền – Lê Công Mẫn

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