“The Bank” de I-Taki Maki: musica per il mondo che non abbiamo il coraggio di guardare

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I-Taki Maki, "Friedhof". Foto: Marco Matera

Di cosa dovrebbe parlare una canzone? Di quali temi si occupa il rock? Esistono infinite risposte a questa domanda, che variano da quelle scontate a quelle che nessuno immaginerebbe. La musica, dopo tutto, narra l’esperienza umana e spesso questo concetto si traduce in un’idea di esperienza immediata. Per questo i temi più frequenti nella musica, al di là dei generi, sono intimisti, personali, diretti. E poi ci sono I-Taki Maki, che non vedono perché il testo di una canzone rock non possa spaziare negli stessi temi che normalmente si consegnano ai saggi di economia politica. Vi siete spaventati? Avete fatto bene. Ma non perché dobbiate aver paura di una canzone, piuttosto perché dovremmo, collettivamente, aver paura di tante realtà che spesso la musica non ci racconta, ma che esistono e influenzano drammaticamente milioni di vite. Questo è il caso di “The Bank”.

Di cosa parla “The Bank”?

Facciamo un gioco: senza andare a leggere oltre, considerando solo il titolo, provate a indovinare di cosa parla questo brano. Vi garantisco che non ci arriverete. Perché? Perché state cercando la risposta nella vostra esperienza. Nell’idea di una banca, come istituzione simbolo del capitalismo, magari, oppure come antonomasia del lavoro sicuro e noioso, come metafora dell’accumulo di ricchezze. O forse pensate alla banchina di un fiume, a un paesaggio crepuscolare, alle acque della Sprea – il fiume di Berlino, la città nella quale I-Taki Maki vivono dal 2015. E avete sbagliato, in entrambi i casi.


I-Taki Maki

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La banca in questione è la Grameen Bank. A fondarla fu, nel Grameen Bank, l’economista e premio Nobel Muhammad Yunus. Ci troviamo a Dacca, in Bangladesh: uno dei Paesi più duramente colpiti dalle catastrofi naturali sul nostro pianeta. Inondazioni, uragani, terremoti, siccità, incendi e tsunami sono parte della realtà di questo Paese del sud-est asiatico da sempre e, oggi, il Bangladesh è una delle nazioni che maggiormente soffrono gli effetti del cambiamento climatico. Mentre l’Europa scopre con orrore la regolarità di frane, slavine e alluvioni che generano danni milionari e distruggono proprietà, il Bangladesh continua da decenni a fare i conti con disastri che uccidono migliaia di persone e privano intere comunità delle risorse necessarie alla sopravvivenza. La Grameen Bank è la banca dei poveri e il suo scopo è fornire un supporto, un’ancora di salvezza a tutti coloro che, proprio a causa dei disastri naturali, hanno perso tutto.

Portare il rock dove il rock non ha mai il coraggio di andare

Il brano de I-Taki Maki si accosta a questo tema enorme con un solido impianto rock e un testo essenziale, quasi scarno. Musica e parole scelgono di andare al fulcro del problema senza concessioni al lirismo, senza girare intorno al nocciolo della questione per scopi estetici. Musicalmente perfino più “classico” di altri brani del duo, questo terzo singolo dell’ultimo lavoro, uscito lunedì, si appoggia su una ritmica quasi “invitante” e una chitarra che ritorna ossessivamente sul riff, seguendo la voce di Mimmi nelle scelte poetiche lapidarie, che portano all’unica considerazione possibile: il presente non è il futuro che sognavamo, perché non abbiamo saputo proteggere quelli che amavamo.

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