Attentato di Hanau, Germania. Le motivazioni dell’omicida in una confessione scritta

Attentato di Hanau
Attentato di Hanau

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È di nove morti e quattro feriti il bilancio dell’attentato compiuto ieri sera ad Hanau, in Assia, da Tobias Rathien, 43 anni, che nella serata di ieri ha aperto il fuoco in due shisha-bar per poi tornare a casa, uccidere la madre e poi uccidersi.

Rathien è stato definito un “lupo solitario”, con tendenze paranoiche e simpatie per l’estrema destra xenofoba, anche se finora mai espresse in contesti pubblici o con azioni penalmente rilevanti. Peter Beuth, ministro dell’interno dell’Assia, ha parlato di un movente razzista e ha commentato il gesto definendolo “un attentato alla nostra società libera e pacifica”.

Tutto è iniziato intorno alle 22.00 di ieri sera, quando l’uomo sarebbe arrivato in centro con la sua BMW e avrebbe suonato al campanello del primo shisha-bar, il Midnight, ad Heumarkt. Entrato all’interno dell’area fumatori avrebbe cominciato a sparare all’impazzata. Si sarebbe quindi spostato verso un altro shisha-bar, l’Arena Bar Café, nel quartiere di Kesselstadt, dove avrebbe ripetuto lo stesso agghiacciante copione.

Il secondo bar era peraltro vicino all’abitazione dell’uomo e proprio lì, intorno alle tre di notte, la polizia ha fatto irruzione, trovandolo morto vicino al corpo della madre (72 anni), freddata in un ultimo omicidio-suicidio. Un vero e proprio shock per la cittadina a est di Francoforte, che si è svegliata al mattino in una sorta di incubo.

L’Ambasciata turca in Germania ha già dichiarato che tra le vittime ci sarebbero cinque persone turche, ma non si esclude che possano essere stati coinvolti anche dei curdi. Secondo la Bild, tra le vittime ci sarebbe anche una donna incinta, madre di altri due figli.

Unanime la condanna di tutte le parti politiche, il presidente della Repubblica Federale Walter Steinmeier si è detto “inorridito e vicino a tutte le persone minacciate dall’odio razzista”, Angela Merkel ha espresso attraverso il suo portavoce un messaggio di cordoglio per le vittime e le loro famiglie e ha parlato dell’odio razzista come di un “veleno” che ha già causato troppi crimini in Germania, dai reati dell’organizzazione terroristica Nsu, all’omicidio di Walter Lubcke, fino ad arrivare ai morti di Halle.

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Il vice della Merkel, Olaf Scholz (SPD), ha dichiarato che non si può più ignorare il fatto che “75 anni dopo la fine della dittatura nazionalsocialista, in Germania ci sia di nuovo il terrorismo di destra”.

Cordoglio anche da parte dei capi di Afd. Alexander Gauland e Alice Weidel, leader del partito, hanno parlato di “crimine abominevole che ci sconvolge e ci lascia senza parole” e si sono detti vicini ai parenti delle vittime, augurando una pronta guarigione ai feriti.

Vari media hanno parlato di una confessione scritta di circa 24 pagine e di un video, trovati nell’appartamento e nella macchina dell’omicida. Nella confessione e nel video Rathien esprimerebbe posizioni di estrema destra e parlerebbe della necessità di sterminare tutti gli stranieri che la Germania non riesce a espellere, parlando di “annientamento”.

Oltre a questo, l’omicida avrebbe manifestato la paura di essere controllato e spiato, parlando di complotti e cospirazioni. Una settimana fa, l’uomo aveva postato su youtube un video delirante, in lingua inglese, in cui incoraggiava gli americani a combattere il presunto complotto di un'”invisibile società segreta”, parlando di controllo globale, di basi sotterranee e di torture segrete sui bambini.

Tobias Rathien aveva un regolare porto d’armi e secondo la Bild aveva acquistato regolarmente su internet una Luger Glock 17, da 9 mm, una SIG Sauer da 9 millimetri e una Walther da 9 millimetri.