“Italiani di Germania”, mostra multimediale. Quando i migranti siamo noi

Italiani di Germania
Italiani di Germania
©RICCARDO VENTURI/AKRONOS

Il 10 settembre 2019, nella Bürgerhalle del Rathaus di Wolfsburg, alle ore 18.00 si inaugurerà la mostra fotografica “Italiani di Germania“, in occasione della quale verranno presentati anche il libro che il web documentary omonimo.

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Il progetto è parte del più ampio “Italiani d’Europa” (altri tre capitoli sono “Italians and the UK”, “Italiani del Belgio” e “Italiani dell’Est”), che cerca di documentare le grandi migrazioni italiane, del passato e del presente.

Con “Italiani di Germania”, il giornalista Lorenzo Colantoni e il fotoreporter Riccardo Venturi hanno studiato le comunità storiche e si sono confrontate sulla trasformazione delle famiglie e degli individui, dall’alba della migrazione italiana in Germania agli scenari della nuova mobilità.

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L’evento del 10 settembre, organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Berlino e dall’associazione Akronos, vedrà presenziare l’Ambasciatore Luigi Mattiolo, il Direttore Generale per gli Italiani all’estero presso il MAECI Luigi Vignali, il Sindaco di Wolfsburg Klaus Mohrs e gli autori, Riccardo Venturi e Lorenzo Colantoni.

Ci saranno inoltre numerosi altri ospiti e rappresentanti della collettività italiana.

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La mostra si terrà dal 10 al 27 settembre 2019 e racconterà in modo multimediale, attraverso foto, video e testi, la storia delle comunità italiane in Germania, dai primi del Novecento fino a oggi.

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Non a caso è infatti stata scelta, per la presentazione, la città di Wolfsburg, nota un tempo per i Gastarbeiter, i “lavoratori ospiti” che, a centinaia di migliaia, arrivarono dall’Italia per lavorare nelle fabbriche tedesche, dalla fine degli anni ’50 fino agli anni ’70.

La Volkswagen di Wolfsburg, tra l’altro, fu costruita proprio dai Gastarbeiter italiani negli anni’30.

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La mostra “Italiani di Germania” spazia da storie di successo, come quella del direttore di Die Zeit Giovanni di Lorenzo, fino agli startupper di Berlino, passando per l’analisi delle nuove e vecchie comunità operaie.

Un progetto complesso, ma indispensabile per il valore oggettivo della memoria e per la definizione di una nuova e comune identità europea.