È Frank-Walter Steinmeier il 12° Presidente della Repubblica Federale Tedesca

Frank-Walter Steinmeier
di Axel Jürs

Con 931 voti su 1239 è stato eletto nella Bundesversammlung Frank-Walter Steinmeier, candidato della “Große Koalition” formata da CDU, CSU e SPD. Ha preso ovviamente anche i voti di altri partiti. I Verdi e i liberali della FDP avevano infatti già dichiarato che avrebbe votato per lui la grande maggioranza dei loro membri nall’interno della Bundesversammlung. Steinmeier ha vinto contro quattro altri candidati, tra cui il candidato della Linke, il Prof. Butterwegge (128 voti), il candidato Glaser di AfD (42 voti), il candidato Holt (25 voti) di “Freie Wähler” e il candidato Sonnenborn del partito satirco “Die Partei” (10 voti).

La Bundesversammlung ha concluso il suo ciclo con il primo discorso, tradizionalmente breve, in cui Steinmeier ha promesso di essere il presidente non di alcuni partiti ma di tutti tedeschi e con l’intonazione dell’inno tedesco.

La Bundesversammlung si costituisce esclusivamente in ocasione dell’elezione dei nuovi presidenti della Repubblica. Sono membri tutti i deputati del parlamento nazionale, il Bundestag, e da un egual numero di delegati scelti dai singoli Länder. I Länder possono scegliere deputati dei loro parlamenti o esponenti della cosiddetta “vita pubblica” come attori, scrittori o persone più o meno conosciute e provenienti da altri ambienti, come per esempio l’allenatore della squadra del DFB, Joachim Löw.

Prima dell’elezione il Presidente del Bundestag, come presidente anche della Bundesversammlung, ha ringraziato il presidente Joachim Gauck, che per ragioni d’età non si è voluto candidare per un secondo mandato. Nel suo discorso e con il suo noto umorismo ha inoltre spiegato il regolamento e auspicato con grande sincerità che anche il nuovo presidente mantenga quel senso di responsabiltà che i tedeschi hanno nei confronti della storia e quella fiducia nei valori dell’integrazione e nei progressi di una forte Europa.

Steinmeier, come successore di Joachim Gauck, che aveva scelto la libertà come parola chiave per la sua presidenza, sembra aver già scelto anche la sua parola chiave: “coraggio”, di fronte a tutti i rischi e i pericoli del mondo globalizzato, che fanno paura a tanti.

Il 12 febbraio è stata data di elezioni importanti già diverse altre volte nella storia tedesca e allo stesso tempo europea:

nel 881 ricevette a Roma l’investitura ufficiale come imperatore Karl der dicke (Carlo il grasso);

nel 1111 si cercò di incoronare Heinrich V, ma la cosa finì in un caos di proteste e lotte;

nel 1742 l’incoronazione di Karl Albrecht della famiglia dei Wittelsbacher di Baviera interruppe il lungo priodo degli Habsburger al potere;

nel 1867 fu eletto il primo Reichstag come Parlamento quasi nazionale (del Norddeutscher bund), secondo regole quasi-democratiche basate sullo spirito della Nationalversammlung (assemblea nazionale) rivoluzionaria nella Paulskirche di Francoforte sul Meno, con la grande differenza che, per ragioni tattiche, Bismarck aveva deciso che potessero votare non solo persone con una certa indipendenza economica (al quel tempo esclusicamente uomini), ma anche contaqdini operai etc..


La strada delle fiabe

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