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Il cinema pugliese a Berlino: un matrimonio felice

Locandina

di Gabriella Di Cagno (con la collaborazione di Dalila Suglia e Marina Castellana)

Verso i cinefili ed appassionati del cinema italiano Berlino si mostra da tempo attenta e generosa, come ha dimostrato anche l’ultima Berlinale, assegnando l’Orso d’oro a un film difficile come “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi. Senza dimenticare che già nel 2012 i fratelli Taviani vinsero con un film documentario altrettanto intenso e cupo, “Cesare deve morire”, interamente girato nel carcere di Rebibbia, con i detenuti come protagonisti.
Berlino, dunque, ama e apprezza il cinema italiano di impegno sociale ed etico.
In città sono almeno tre le location principali che fungono da catalizzatore: il Babylon Mitte, con la collaudata rassegna CinemAperitivo, il Kino Arsenal, dove non è infrequente colmare eventuali lacune assistendo a interessanti retrospettive, ed infine l’ultima nata fra le sale cinematografiche, IL KINO.
Seppur orientata al cinema internazionale, la programmazione della piccola e preziosa saletta (poco più di cinquanta posti) offre un’ampia gamma di film italiani di registi più o meno noti, a volte inseriti all’interno di rassegne e festival.
Ed è proprio al Kino, a partire dal 16 giugno prossimo, che verrá programmato in anteprima “Ein neues Leben” (tit. or. “In grazia di Dio”, 2014), del regista salentino Edoardo Winspeare. La serata inaugurale verrà accompagnata da un aperitivo a base di prodotti pugliesi, importati per l’occasione dall’associazione Apulier in Berlin, che collabora all’evento nel più ampio contesto delle attività di promozione della cultura regionale in terra di Prussia.
“In grazia di Dio” torna a Berlino dopo poco più di due anni dal suo debutto ufficiale, avvenuto nella 64esima edizione del Festival del Cinema (Berlinale), all’interno della sezione “Panorama”. Inoltre, nel dicembre del 2014 e sempre a Berlino, il film ha ricevuto il premio del pubblico al Festival “Cinema Italia”. Ne è seguita la distribuzione in Germania, in base a un accordo fra la società Kairos Filmverleih e Made in Italy. Lo stesso regista racconta con entusiasmo che “il film è stato venduto in dodici paesi, ha vinto un Globo d’oro, è stato nella short list dei film italiani agli Oscar. E adesso lo ha acquistato la compagnia Emirates e lo si vedrà a bordo dei loro aerei”.

La particolarità del film di Winspeare non si esaurisce con la trama, una storia di palingenesi (da cui il titolo in tedesco) di quattro donne salentine che tornano a lavorare la terra per sopravvivere a un fallimento imprenditoriale, ma si estende alla realizzazione stessa del film. Quella di “In grazia di Dio”, infatti, è una produzione homemade, che ha privilegiato il pagamento tramite baratto per quanto riguarda le location, ha scelto attori locali e non professionisti, e ha seguito una condotta ecologica nell’impiego di materiali e animali.
Il film che il regista sta attualmente girando, “La vita in comune”, ha attinto non a caso dal crowdfunding, anche se Winspeare, a dispetto del suo nome anglosassone, non utilizza il termine inglese bensì il suo equivalente salentino: “petra su petra ozza parite”, il muro si costruisce pietra su pietra.
Siamo nel Basso Salento, la terra di don Tonino Bello, il vescovo che fu alla guida del movimento “Pax Christi”, terra di economia agricola, di solidarietà umana e di profonda devozione religiosa. Ma anche terra di contrasti e corruzione, dove vivere “costa fatica”.
“In grazia di Dio”, non a caso, è stato compreso e gradito a Roberto Saviano, che ne ha tratteggiato in poche intense righe le qualità etiche ed estetiche: “Winspeare dà lezione a tutto il cinema italiano, sempre più postura e maschera. Si libera delle piaggerie estetiche, delle furbizie d’autore e torna a scegliere di capire, di scovare il bello, di rintracciare l’errore, l’inganno. Con semplicità, eleganza, con il desiderio di raccontare. Questo film pone la corona d’ulivo sulla testa dell’attrice protagonista Celeste Casciaro, senza dubbio l’attrice italiana in questo momento più originale per capacità espressive e tensione”.

roberto saviano photo
Roberto Saviano Photo by Alessio Jacona©

Nel 2017 il regista salentino uscirà dalla sua terra per girare in Trentino Alto Adige. Il prossimo impegno cinematografico è ispirato al romanzo di Francesca Melandri, “Eva dorme”, e racconterà dei conflitti tra sud tirolesi e italiani negli anni Sessanta. Dal dialetto salentino al tedesco.
La produzione artistica di Winspeare non è certamente un caso isolato nel panorama del cinema pugliese contemporaneo, il quale vive, appunto, una nuova vita, anche grazie al lavoro di Apulia Film Commission, che dal 2008 ha realizzato oltre trecento produzioni in Puglia.
Il cinema pugliese di successo non è solamente il cinema di cassetta, il cinema del bravo Checco Zalone, per intendersi. Non è nemmeno solamente il cinema del ben noto Sergio Rubini.
A cavallo fra avanguardia e tradizione, l’attuale cinema pugliese si distingue per un alto livello di innovazione, in tutti i campi, tale da interessare un pubblico esigente come quello berlinese. Sulla scia del film culto “La capa gira”(Alessandro Piva, 1999), presentato al festival di Berlino, si muovono nuovi registi pugliesi da un lato strettamente radicati al proprio territorio e alle sue tradizioni, dall’altro proiettati verso il futuro. È il caso della docu-fiction di Mario Bucci “Una meravigliosa stagione fallimentare” (2015), inno alla squadra calcistica del Bari e Best european football film al “Festival 11mm di Berlino”, nel 2015.
Innovazione significa anche fare cinema in maniera sperimentale: è l’esempio del cortometraggio di Vincenzo Ardito “Quello che conta” (2014), un film partecipato in cui sono state selezionati sessanta non-professionisti che, per la prima volta, hanno raccontato attraverso il cinema come Bari si sia trasformata in una città metropolitana. Le due registe Cecilia Mangini e Mariangela Barbanente hanno restituito nel film “In viaggio con Cecilia” (2013), attraverso l’occhio pungente della verità, la trasformazione di un territorio post-industriale come quello di Taranto, devastato dallo stabilimento Ilva.
Ultimo nato fra i titoli che vale la pena citare è un film che ci auguriamo di portare molto presto a Berlino, perché la città ne sarebbe indicatissima cornice: parliamo di “Varichina – La vera storia della falsa vita di Lorenzo De Santis“, un docu-film di denuncia sociale prodotto da Apulia film Commission e diretto da Antonio Palumbo e Mariangela Barbanente (2016). Al centro della trama è la vicenda umana di un personaggio-macchietta, a tutti noto col soprannome di Varichina, che nella difficile realtà barese degli anni settanta e ottanta visse apertamente la sua omosessualità, ostentandola anche in maniera volgare e appariscente, molto prima del gay pride.
Il successivo appuntamento con il cinema italiano a Berlino sarà al Kino con l’anteprima del film di Rosi, l’11 luglio alle ore 20, in largo anticipo sull’uscita ufficiale, il 28 luglio.

Riepilogo delle informazioni su “Ein neues Leben”

Dove: Il Kino Berlin (Nansenstraße 22, 12047 Berlin)
Quando: dal 16 giugno. Programmazione del 16 giugno: ore 17:00 e 19:30
OmU = lingua originale (dialetto salentino) con sottotitoli in inglese
Aperitivo pugliese la sera dell’anteprima. Il buffet comprende una degustazione di orecchiette alla crudaiola fatte in casa, preparate da Pastamadre.

Gabriella Di Cagno (Bari, 1961) ha studiato e vissuto a Firenze, dove si è occupata di musei, biblioteche, editoria. Ha compiuto la sua relocation a Berlino nel 2007 e qui ha intrapreso varie attività, fra le quali: la pubblicazione di un vademecum per gli italiani che si trasferiscono a Berlino, Tutti a Berlino, e la fondazione di un’associazione di pugliesi a Berlino, Apulier in Berlin e.V. (http://www.apulierinberlin.org/), della quale fanno parte attiva Dalila Suglia e Marina Castellana, che hanno collaborato a questo articolo.

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