Polemica sulle dichiarazioni di Merz dopo l’attacco di Israele all’Iran

Le recenti dichiarazioni del cancelliere tedesco Friedrich Merz riguardo alle azioni militari israeliane hanno scatenato un acceso dibattito politico non solo in Germania, ma in quasi tutto il mondo. Durante un’intervista rilasciata alla ZDF durante il G7, Merz ha descritto gli attacchi israeliani contro l’Iran come il “lavoro sporco” che Israele compie per conto degli alleati occidentali, esprimendo “il massimo rispetto” per il coraggio dimostrato dall’esercito israeliano. Queste affermazioni hanno generato reazioni polarizzate all’interno del panorama politico tedesco, dividendo nettamente sostenitori e critici della posizione assunta dal cancelliere. C’è chi lo accusa di buttare benzina sul fuoco di un conflitto potenzialmente devastante a livello globale e chi invece applaude la sua presa di posizione.
La versione di Merz
Già nel corso dell’intervista “incriminata”, il cancelliere ha giustificato la propria posizione sostenendo che l’alternativa sarebbe stata “assistere per mesi e anni al terrore di questo regime, che avrebbe potuto anche dotarsi di un’arma nucleare”. Le parole di Merz, però, sollevano questioni complesse dal punto di vista del diritto internazionale e non solo perché contengono echi delle preoccupazioni relative alle presunte armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, che scatenarono la seconda guerra del golfo. In quel caso, il sospetto che le armi esistessero si rivelò del tutto infondato.
In questo caso, il programma nucleare dell’Iran è noto, ma lo sviluppo di testate nucleari non è da tutti considerato imminente. L’autodifesa preventiva è considerata generalmente ammissibile esclusivamente quando un attacco risulta prossimo, non nel caso di possibili minacce future. Non c’è consenso su quanto imminente fosse lo sviluppo di testate nucleari da parte dell’Iran. Questa distinzione costituisce il punto cruciale nel dibattito scaturito dalle dichiarazioni del cancelliere, che sembrano suggerire un endorsement di azioni militari basate su scenari ipotetici piuttosto che su minacce immediate.
Le critiche dall’SPD e dall’opposizione alla posizione di Merz su Israele: “dichiarazioni indegne e ciniche”
Il Partito Socialdemocratico tedesco, partner di coalizione della CDU, ha espresso forti riserve riguardo al tono utilizzato dal cancelliere. Adis Ahmetovic, portavoce per la politica estera del gruppo parlamentare SPD, ha sottolineato come “l’obiettivo principale in questa situazione altamente delicata sia la deescalation”, definendo il tono di Merz “poco efficace” a raggiungere tale obiettivo nel contesto attuale.
Comprensibilmente più dure sono state le reazioni dell’opposizione parlamentare. Sören Pellmann, capogruppo di Die Linke, ha definito la dichiarazione uno “scandalo”, accusando Merz di gettare “alle ortiche il diritto internazionale” e di allinearsi alla “logica devastante della legge del più forte”. Secondo Pellmann, questo approccio danneggia la reputazione della Germania a livello internazionale, compromettendo la credibilità del paese presso le Nazioni Unite e altri organismi multilaterali.

Deborah Düring, portavoce per la politica estera dei Verdi, ha definito “ciniche e indegne” le affermazioni del cancelliere, sottolineando la necessità di privilegiare la diplomazia e “l’impegno per la deescalation e per la protezione della popolazione civile in tutta la regione”.
La difesa del capo della Cancelleria federale e dell’Ambasciatore israeliano
In difesa del cancelliere è intervenuto il capo della Cancelleria federale e membro della CDU Thorsten Frei, secondo il quale Merz ha semplicemente espresso una preoccupazione ampiamente condivisa riguardo alla possibilità che “un regime terroristico come quello dei mullah iraniani entri in possesso di armi nucleari”. Frei ha inoltre evidenziato come la tecnologia missilistica iraniana rappresenti una minaccia diretta anche per l’Europa, poiché eventuali missili a medio raggio potrebbero raggiungere anche obiettivi sul continente europeo.

Non sorprende che Ron Prosor, ambasciatore israeliano in Germania, abbia accolto favorevolmente il sostegno espresso da Merz, difendendo il cancelliere dalle critiche ricevute. “Il cancelliere Friedrich Merz ha descritto chiaramente la realtà in Medio Oriente con le sue parole”, ha dichiarato Prosor, accusando il programma nucleare iraniano di essere “rivolto principalmente contro Israele”, ma di minacciare “la sicurezza di tutto il mondo”. L’ambasciatore ha rincarato la dose, affermando che “i missili che colpiscono Tel Aviv e Gerusalemme minacciano anche Berlino, Parigi e Londra”.
Cambio di rotta sull’iran?
Le dichiarazioni di Merz sembrano segnalare un potenziale allontanamento dalla tradizionale linea diplomatica tedesca nei confronti dell’Iran. La Germania ha storicamente mantenuto un impegno diplomatico significativo per preservare l’accordo sul nucleare iraniano, continuando gli sforzi anche dopo il ritiro degli Stati Uniti nel 2018 sotto l’amministrazione Trump. Il cancelliere ha tuttavia espresso scetticismo riguardo all’efficacia dei negoziati, affermando che “decenni di sforzi diplomatici sono falliti” e che “questa speranza è stata duramente delusa per l’ultima volta la scorsa settimana”.
Le posizioni espresse da Merz pongono interrogativi significativi riguardo al ruolo della Germania nel contesto internazionale. Il ministro degli Esteri giordano Aiman al-Safadi, in visita a Berlino per colloqui diplomatici, ha ammonito che “il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite non prevedono soluzioni militari, ma diplomatiche”.