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Approvate le modifiche costituzionali: via libera al debito per difesa e infrastrutture

Martedì 18 marzo 2025 rimarrà probabilmente una data storica per la Germania: si tratta della data in cui il Bundestag uscente ha approvato una serie di modifiche costituzionali che consentono un incremento del debito pubblico senza precedenti, con lo scopo finanziare soprattutto la difesa e le infrastrutture. L’approvazione è avvenuta con una maggioranza qualificata dei due terzi, con 513 voti favorevoli e 207 contrari, superando la soglia minima richiesta di 489 voti. Il pacchetto finanziario è stato discusso e votato dal Parlamento nella sua composizione precedente alle recenti elezioni, il che vuol dire che molti di coloro che hanno votato non faranno più parte del parlamento, quando verranno discusse le misure da finanziare con questo ampio margine di debito.

Che cosa prevede il pacchetto finanziario approvato al Bundestag

Nel dettaglio, le modifiche costituzionali approvate prevedono un allentamento del freno all’indebitamento per le spese in difesa, protezione civile, servizi di intelligence e sicurezza informatica. Per tutte le spese in questi settori che superano l’1% del prodotto interno lordo (circa 44 miliardi di euro per l’anno in corso), potranno essere contratti debiti. Viene inoltre istituito un patrimonio speciale, esente dal freno all’indebitamento, alimentato con crediti fino a 500 miliardi di euro, destinato al risanamento delle infrastrutture deteriorate come ponti, reti energetiche, strade e scuole. Di questi fondi, 100 miliardi di euro sono destinati ai Länder, mentre altri 100 miliardi dovrebbero essere impiegati per la protezione del clima e la trasformazione ecologica dell’economia.

L’iter legislativo prevede che il Bundesrat si esprima sul pacchetto venerdì, con la necessità di una maggioranza qualificata dei due terzi per l’approvazione definitiva.

Un dibattito acceso, non solo sul freno al debito

Il dibattito parlamentare che ha preceduto la votazione è stato caratterizzato da toni accesi e anche da momenti di tensione. Numerosi deputati hanno colto l’occasione per pronunciare i loro discorsi di congedo, considerando che non faranno parte della prossima legislatura. Questo vale in particolare per tutti i rappresentanti dell’FDP e del BSW, quest’ultimo formato da ex-deputati di Die Linke confluiti nella nuova formazione dopo la scissione guidata da Sahra Wagenknecht.

Friedrich Merz (CDU), probabile futuro cancelliere, ha difeso la necessità del pacchetto finanziario, facendo riferimento alla sicurezza della Germania, dell’Europa e della NATO. Ha caratterizzato la situazione attuale come “una guerra contro il nostro paese, che avviene quotidianamente”, con chiaro riferimento alla Russia. Per quanto riguarda il fondo speciale per le infrastrutture, Merz ha garantito che questo non ridurrà la pressione per il consolidamento dei conti pubblici, annunciando future misure di austerità e semplificazione burocratica.

Lars Klingbeil, capogruppo dell’SPD, ha supportato la proposta finanziaria, che d’altra parte l’SPD ha contribuito a costruire insieme all’Unione e ai Verdi. In particolare, ha parlato dei benefici che gli investimenti previsti dovrebbero apportare ai cittadini, sottolineando che “questo pacchetto agevolerà la maggioranza delle persone nella loro vita quotidiana”. Ha inoltre ribadito la necessità di riforme strutturali, affermando che “dobbiamo diventare più efficienti, più mirati e più professionali in ogni ambito”.

Il ministro della Difesa uscente Boris Pistorius (SPD) ha giustificato l’urgenza dell’approvazione affermando che “chi esita oggi, chi oggi non ha il coraggio, nega la realtà” e che “non possiamo perdere tempo”. Ha sottolineato come la Germania stia consumando le proprie infrastrutture mentre l’Europa affronta “la probabilmente più grande sfida di sicurezza finora”, aggiungendo che “la nostra sicurezza non deve essere messa in pericolo da vincoli di bilancio”. Questa posizione, va detto, è perfettamente coerente con le posizioni che Pistorius ha avuto per tutto il suo mandato, caldeggiando a più riprese maggiori investimenti nella difesa e nel rafforzamento e miglioramento delle prestazioni dell’esercito, oltre che il ripristino di una qualche forma di servizio di leva.

Critiche dall’FDP, BSW e AfD, ma anche i Verdi rimproverano Merz

Le critiche al pacchetto sono state particolarmente aspre da parte dell’FDP e di AfD. Christian Dürr, capogruppo dell’FDP, ha accusato l’Unione di votare “contro il successo economico del paese”, predicendo per la futura cancelleria di Merz un approccio caratterizzato da “molti soldi, nessuna riforma”. Tino Chrupalla, presidente del gruppo parlamentare di AfD, ha accusato Merz di essere “completamente privo di spina dorsale” e di voler “spingere il debito pubblico alle stelle senza avere un piano”.

Anche dai Verdi, che hanno partecipato ai negoziati sul pacchetto finanziario insieme a CDU, CSU e SPD, sono arrivate critiche al modo di procedere dell’Unione. Britta Haßelmann, capogruppo dei Verdi, ha rimproverato a Merz di non aver mai ammesso pubblicamente ciò che tutti, incluso lui stesso, sapevano già l’anno scorso: che la Germania aveva urgentemente bisogno di investimenti e contemporaneamente di maggiori risorse per la difesa.

Un momento di particolare tensione si è verificato durante l’intervento di Sahra Wagenknecht, caratterizzato da pesanti attacchi all’Unione, all’SPD e ai Verdi. I deputati del BSW hanno esposto degli striscioni nell’aula plenaria, pratica non consentita, che ha determinato un richiamo all’ordine da parte della vicepresidente del Bundestag Petra Pau (Die Linke). Nel suo discorso, Wagenknecht ha nuovamente sollevato dubbi sul conteggio dei voti delle elezioni federali, parlando di “errori sistematici” e ricordando che il BSW ha mancato l’ingresso in Parlamento solo per un margine molto ristretto.

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