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La CDU vuole smantellare la legge sulla libertà di informazione?

La CDU starebbe valutando la possibilità di limitare la legge tedesca sulla libertà d’informazione (Informationsfreiheitsgesetz, in breve IFG). La richiesta sarebbe arrivata nella fase dei negoziati di coalizione.

È quanto emerge da un documento interno del partito, che proporrebbe di rivedere la normativa nata per garantire trasparenza e accesso ai dati governativi. L’IFG, infatti, regola il libero accesso ai documenti ufficiali, compresi quelli del governo.

Germania, legge sulla libertà di informazione a rischio?

L’approccio offerto dalla CDU punterebbe a ridimensionare il ruolo dei cittadini nella supervisione dell’operato del governo. Secondo i sostenitori della proposta, infatti, denominata “Rafforzamento della democrazia rappresentativa”, il controllo sul governo dovrebbe essere affidato esclusivamente al parlamento e non ai cittadini, ai media e all’opinione pubblica.

La legge sulla libertà di informazione, però, introdotta vent’anni fa, è uno strumento fondamentale per giornalisti, attivisti, associazioni e in generale membri della collettività. Senza contare che, proprio grazie a questa legge, sono stati portati alla luce scandali e questioni di interesse pubblico.

Tra i sostenitori di questa inversione di tendenza, inoltre, spiccherebbe Philipp Amthor, deputato cristiano-democratico già coinvolto nello scandalo “Augustus Intelligence”, venuto alla luce proprio grazie alla IFG. E questo dettaglio non manca di essere evidenziato dai media.

Al momento, le richieste di chiarimento del Tagesspiegel sulla manovra dell’Unione sono rimaste senza risposta.

Philipp Amthor patriottismo
Philipp Amthor. Foto: EPA-EFE/CLEMENS BILAN

Grazie all’IFG sono venuti alla luce scandali di interesse pubblico

Di sicuro l’IFG è un peso per la politica, perché costa tempo e denaro e rappresenta un rischio concreto di possibili danni reputazionali. Tuttavia, non si può negare anche alla società civile il diritto di monitorare direttamente le attività dell’esecutivo.

La legge sulla libertà di informazione, infatti, è nata proprio per garantire l’accesso ai dati governativi e alle informazioni delle autorità pubbliche e ha quindi rivoluzionato la precedente cultura del “segreto di Stato”, verso una maggiore trasparenza. Una trasparenza di cui si sono visti i frutti anche in tempi più recenti. Basti pensare, ad esempio, ai verbali delle riunioni del gruppo di crisi per il Coronavirus dell’Istituto Robert Koch (RKI).

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