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Dialogo fra CDU e Die Linke sul freno al debito: una svolta storica?

L’Unione, ovvero il conglomerato dei due partiti conservatori di orientamento cristiano che ha ottenuto più voti in Germania, si era avviata a entrare nel nuovo Bundestag con due dogmi: mai collaborare con AfD e mai collaborare con Die Linke. Il primo, Friedrich Merz, futuro cancelliere, l’aveva già rotto prima delle elezioni, con l’ormai tristemente famoso voto sul pacchetto sicurezza, il secondo potrebbe rompersi presto. A proporlo, è ministro presidente dello Schleswig-Holstein Daniel Günther (CDU), che ha sollevato un tema politico rilevante proponendo di aprire l’Unione a colloqui con Die Linke, per la riforma del freno al debito. La capogruppo parlamentare di Die Linke, Heidi Reichinnek, ha accolto positivamente l’iniziativa, ribadendo la disponibilità del proprio partito al dialogo con la CDU.

Heidi Reichinnek Elezioni in Germania
Heidi Reichinnek Foto: DIE LINKE. / Olaf Krostitz

Günther suggerisce il dialogo, Die Linke disponibile

Günther ha sottolineato l’importanza di superare i vincoli ideologici, evidenziando come l’attuale configurazione parlamentare renda necessario un dialogo tra forze politiche diverse. Il documento esplorativo di CDU, CSU ed SPD, approvato nelle scorse settimane, prevede l’istituzione di una commissione di esperti per modernizzare il freno al debito entro la fine del 2025.

A porre la barriera fra Unione e Die Linke, barriera che Günther vorrebbe abbattere, è una risoluzione del congresso di partito del 2018 che escludeva collaborazioni con alcuni schieramenti. Günther, a tal proposito, ha precisato che la risoluzione riguarda solo forme di coalizione, non il confronto politico.

Bodo Ramelow, ex ministro presidente della Turingia ed esponente di Die Linke, ha mostrato apprezzamento per l’approccio di Günther, sottolineando la necessità di un dialogo costruttivo. I due hanno condiviso la presenza al Bundesrat fino a pochi mesi fa, ovvero fino a quando Ramelow è rimasto a capo del governo locale della Turingia.

L’iniziativa si inserisce in un contesto parlamentare complesso. CDU/CSU, SPD e Verdi non detengono, nel nuovo Bundestag, la maggioranza dei due terzi necessaria per modifiche costituzionali – quella stessa maggioranza con la quale il vecchio Bundestag, subito prima di sciogliersi, ha votato per la manovra miliardaria volta a finanziare difesa e infrastrutture. Questo scenario rende di fatto necessario un confronto con altre forze politiche.

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