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AfD trionfa alla europee… ma rischia di non contare nulla in Europa

Esultano i leader di AfD, uscita dalla elezioni europee come la seconda forza politica in Germania. Tino Chrupalla, leader del partito insieme ad Alice Weidel, ha definito questo risultato come “storico”.

Un discorso diverso, tuttavia, riguarda il peso dell’ultradestra tedesca in Europa, dove Alternativa per la Germania, anche a causa della recente estromissione dal gruppo Identità e Democrazia, rischia di risultare quasi irrilevante.

Elezioni europee: AfD seconda forza in Germania. E in Europa?

Il successo nazionale di AfD spicca soprattutto all’est, dove il partito ha ottenuto il 27,1% dei voti nei Länder orientali (inclusa Berlino), diventando il più votato in senso assoluto. Più in generale, ha ottenuto risultati migliori rispetto alle previsioni dei sondaggi, risultando particolarmente popolare anche tra i giovani (16-24 anni), che lo hanno premiato con il 17%.

Tuttavia, al di là del successo nazionale, AfD in Europa potrebbe contare poco o nulla, dopo l’estromissione dal gruppo Identità e Democrazia, a cui AfD apparteneva, a seguito del “caso Krah”. Alla vigilia del voto Europeo Maximilian Krah, capolista di AfD in Europa, ha infatti dichiarato a La Repubblica che non direbbe mai “che chiunque abbia vestito l’uniforme delle SS sia automaticamente un criminale” e questo ha portato prima a una frattura con il Rassemblement National di Marin Le Pen e con la Lega di Salvini e poi con l’esclusione di dal gruppo europeo.

Tutto questo ha inoltre avuto un impatto anche sulle operazioni di voto. Secondo un sondaggio condotto da Pollytix tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, infatti, ben il 48% degli elettori che avevano intenzione di votare AfD a gennaio e hanno poi cambiato idea, ha citato quanto innescato dalle dichiarazioni di Krah come “motivo convincente” per non votare più il partito.

A rendere difficile la mobilitazione dei sostenitori di AfD nelle elezioni europee, inoltre, è stato anche, banalmente, l’antieuropeismo del partito. Secondo il Deutschlandtrend di fine maggio, condotto da Infratest Dimap per conto di ARD e WELT, il 36% dei sostenitori di AfD ha infatti dichiarato di non essere affatto interessato a queste consultazioni, mentre il 41% si è detto insoddisfatto della campagna elettorale.

Del resto, un partito che rifiuta l’UE, definendola una “costruzione antidemocratica e irriformabile”, non può non considerare la possibilità che la politica europea in toto sia oggetto di relativa indifferenza, da parte dei suoi elettori.

Mercoledì possibile vertice del gruppo identitario europeo: AfD dentro o fuori?

Se non entrerà a far parte di un gruppo solido in Europa, Alternativa per la Germania rischia di diventare completamente insignificante, priva di reali possibilità di parola o di movimento. Per l’ultradestra tedesca sarebbe quindi importantissimo essere riaccolta in seno al gruppo identitario europeo, ma dipende molto da quale corrente prevarrà: quella che ha voluto fuori AfD, stanca delle sue esternazioni imbarazzanti, o quella che considera ancora aperto un canale di comunicazione? Intanto l’ultradestra tedesca ha “sacrificato” Krah, estromettendolo dalla delegazione per limitare i danni. Basterà?

Mercoledì, i leader dei partiti che formano il gruppo Identità e Democrazia, inclusi Le Pen e Salvini, dovrebbero incontrarsi per decidere come procedere e, presumibilmente, anche se recuperare o meno un rapporto con AfD. Questa scelta determinerà in via definitiva il peso reale del partito in Europa.

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