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La cultura techno di Berlino diventa patrimonio immateriale dell’umanità

La cultura techno di Berlino, che da oltre tre decenni rende celebre nel mondo scena notturna della capitale tedesca, ha ottenuto un riconoscimento di prestigio internazionale. Questa espressione culturale è stata infatti inserita nell’ultima lista di nuovi elementi del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni Unite dedicata alla protezione e alla promozione delle tradizioni culturali in tutto il mondo. Questo inserimento rappresenta un traguardo significativo per una pratica che, pur essendo relativamente “recente”, ha già ampiamente dimostrato di avere un impatto culturale profondo e duraturo e di essere incarnazione di valori che hanno un impatto profondo sulla cultura tedesca, come il cosmopolitismo, l’inclusione e il rispetto.

Oltre alla cultura techno, altre quattro tradizioni tedesche diventano patrimonio UNESCO

La cultura techno berlinese si distingue come la tradizione più recente tra quelle aggiunte alla lista dell’Unesco quest’anno. Accanto a essa, l’organizzazione ha deciso di proteggere altre cinque usanze tipicamente tedesche, che riflettono la diversità e la ricchezza culturale della Germania. Queste includono l’alpinismo nella regione della Sassonia, che vanta una lunga storia di esplorazione e rispetto per le montagne, con particolare attenzione alla tradizione dei soggiorni nei rifugi all’aperto detti “Boofen”; la tradizione canora di Finsterwalde, in Brandeburgo; il Kirchseeon Perchtenlauf, una corsa folkloristica che si svolge durante il periodo invernale a Kirchseeon, in Alta Baviera; la tradizione del ricamo bianco dello Schwalm, un’arte tessile minuziosa e di grande valore estetico tipica dell’Assia; e la produzione del Viez, un vino di frutta locale a base di mele cotogne e pere.


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La candidatura promossa da Rave the Planet

L’iniziativa di proporre la techno berlinese per l’inclusione nella lista Unesco è stata avviata da Rave the Planet, un’organizzazione no-profit che si dedica alla promozione e alla protezione della cultura techno e della cui direzione fa parte il co-fondatore della Love Parade Matthias Roeingh, meglio noto come Dr Motte. Attraverso una petizione che ha raccolto migliaia di firme, Rave the Planet ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica l’importanza culturale e sociale della techno, nonché il suo ruolo nell’identità contemporanea di Berlino. Il riconoscimento ufficiale da parte dell’Unesco è stato accolto con entusiasmo dalla comunità techno berlinese, che vede in esso la possibilità di ottenere benefici tangibili, come l’accesso a sovvenzioni statali e finanziamenti di beneficenza, che potrebbero sostenere e promuovere ulteriormente i club che fanno parte della scena.

La cultura techno di Berlino non è solo un fenomeno musicale, ma anche un simbolo di diversità culturale e del multiculturalismo che caratterizza la città, specialmente dopo la riunificazione. La capitale, che ogni anno attira migliaia di appassionati di questo genere da tutto il mondo, è diventata un punto di riferimento per chi cerca un’esperienza musicale autentica e coinvolgente. L’ascolto della musica techno dal vivo in spazi come i club berlinesi è considerato un’innovazione significativa rispetto alle pratiche di fruizione della musica tradizionale: la musica diventa elemento centrale di un rituale collettivo e crea un ambiente in cui la libertà di espressione e l’inclusione sono valori fondamentali.

Il Berghain come l’Isola dei Musei

La Germania, Paese membro della Convenzione Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dal 2013, ha supportato con convinzione la candidatura della techno berlinese. Il governo tedesco riconosce l’importanza di preservare e valorizzare le espressioni culturali contemporanee, che sono parte integrante del tessuto sociale e della storia del Paese.

L’Unesco, da oltre vent’anni, sostiene e promuove la trasmissione delle tradizioni culturali alle nuove generazioni in vari campi, dalla musica alla danza, dall’artigianato alle pratiche sociali.

Il che vuol dire che, da ora in poi, chi viene a Berlino per passare un intero weekend al Berghain starà svolgendo un’attività culturale alla pari di chi ci viene per dedicare un fine settimana all’esplorazione dell’Isola dei Musei.

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