Merz sulle prossime elezioni: “sì a coalizioni con SPD e Verdi, porte chiuse per AfD”

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sussidi Il neo-eletto leader della CDU Friedrich Merz durante la conferenza stampa del 17 dicembre 2021 a Berlino. Photo credits: EPA-EFE/FILIP SINGER / POOL

Friedrich Merz, che ha “ereditato” la leadership della CDU da Angela Merkel – dopo aver passato gran parte della sua carriera politica a cercare di surclassare l’ex cancelliera – si aspetta, evidentemente, di vincere le prossime elezioni. Per meglio dire, si aspetta, più che ragionevolmente, che l’Unione sia il primo partito, quello che emergerà con più voti in assoluto dalle prossime consultazioni, ma che avrà bisogno comunque di partner di coalizione per governare. La partita aperta, al momento, riguarda quindi l’identità di tali possibili partner. Durante una recente conferenza stampa, nel corso della quale ha discusso le sue visioni e strategie in vista delle prossime elezioni generali in Germania, Merz ha espresso la sua apertura verso la formazione di coalizioni governative con l’SPD (attuale partito di maggioranza, al quale appartiene il cancelliere Olaf Scholz), l’FDP (che pure al momento ha visto i propri numeri precipitare quasi fino quasi al limite dell’ingresso in parlamento) o i Verdi, che resistono nei sondaggi intorno al 13%. Questa terza opzione è forse la più inaspettata, considerando le forti differenze politiche fra Verdi e CDU, che non sono propriamente “alleati naturali” nell’ecosistema tedesco.

AfD esclusa da future coalizioni: torna la “barriera” di Merz

Nella medesima conferenza, stampa, Merz sembra essere tornato a erigere il “Brandmauer”, la barriera invalicabile contro AfD che aveva caratterizzato l’inizio del suo mandato come leader del partito e che era sembrata traballare alla prima tornata di elezioni locali. La passata apertura di Merz a possibili collaborazioni con il partito di ultradestra, per quanto solo a livello dei governi locali, è stata giudicata molto negativamente tanto dal suo elettorato quanto dall’opinione pubblica in generale. Inoltre, la CDU emerge dalla “rottura” con Hans-Georg Maaßen, leader della Werteunion, che, da gruppo ultraconservatore dei cristiano-democratici, sta passando a costituirsi come partito “più a destra di AfD”. Allo stesso tempo, Maaßen è stato dichiarato ufficialmente “estremista di destra” dall’Ufficio federale per la Protezione della Costituzione – lo stesso ufficio del quale è stato presidente. Insomma, anche in assenza di domande esplicite, Merz, in questa conferenza stampa, avrebbe dovuto prendere una posizione sull’estrema destra – e lo ha fatto, escludendo categoricamente la possibilità di un’alleanza con l’AfD.

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Questa presa di posizione è in linea con il consenso generale tra i partiti dell’arco costituzionale tedesco, che tendono a isolare AfD. Non è dato sapere come si comporteranno, nel prossimo futuro, la già citata Werteunion e il nuovo soggetto politico di Sahra Wagenknecht (ex Die Linke), che invece con il programma politico di AfD hanno non pochi punti in comune – a prescindere dalle dichiarazioni di principio.


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Nonostante la sua apertura verso diverse possibili coalizioni, Merz ha però chiarito che non ha intenzione di impegnarsi a scegliere un partner di governo prima delle elezioni. Il suo obiettivo principale è quello di assicurarsi che la CDU emerga come una forza dominante alle prossime consultazioni. Merz ambisce a una CDU almeno due volte più forte dell’SPD e dei Verdi, una posizione che, secondo lui, potrebbe garantire un vantaggio significativo nelle negoziazioni post-elettorali e nella formazione del governo – e che, se si votasse domani, i cristiano-democratici potrebbero raggiungere facilmente, stando agli ultimi sondaggi che li vedono in testa con il 31% delle preferenze.

Per illustrare la sua strategia, Merz ha fatto riferimento all’esperienza della CDU dell’Assia. Dopo le elezioni del Land, tenutesi in autunno, il partito ha negoziato con SPD e Verdi “su una base di due a uno”, un rapporto che ha permesso alla CDU di esercitare un’influenza maggiore nelle trattative. Alla fine, la CDU dell’Assia è riuscita a formare un’alleanza di governo con la SPD, un risultato che Merz spera di replicare a livello nazionale.

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Il Ministro delle Finanze Christian Lindner (FDP), ottobre 2022. Photo credits: EPA-EFE/HANNIBAL HANSCHKE

Alleati naturali

Merz ha mostrato una certa preferenza per l’idea di coalizioni che contengano anche l’FDP, partito con il quale l’Unione, nella sua conformazione attuale, condivide le posizioni economiche di stampo conservatore-liberista e in generale l’identità di un centro-destra moderato, al riparo dalle derive populiste, sovraniste e autoritarie. Tuttavia, ha sottolineato che la sopravvivenza dell’FDP come partito è ancora incerta, dato che il suo sostegno elettorale è stato volatile negli ultimi anni. Se l’FDP dovesse effettivamente scomparire dal panorama politico tedesco e uscire dal Bundestag – ipotesi tutt’altro che peregrina, considerando il misero 4% attuale – le uniche opzioni rimarrebbero l’SPD e i Verdi. Merz ha però reso chiaro che questa opzione non è quella alla quale guarda con maggior favore.

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