Ultima Generazione Germania: addio ai blocchi stradali, dal 2024 “assemblee disobbedienti” e lotte congiunte

Attivisti manifestano a Berlino, ironizzando sul diverso trattamento riservato ai blocchi stradali degli agricoltori. Foto: Letzte Generation

Qualche tempo fa, parlando della protesta degli agricoltori in Germania, ci eravamo chiesti come mai la popolazione e perfino il governo fosse più propensa a discutere con loro che con gli attivisti di Ultima Generazione. Se, infatti, nel caso degli attivisti ambientalisti la critica mossa era sempre stata quella della presunta inaccettabilità del blocco stradale come forma di protesta, poiché tali azioni ostacolavano lo svolgimento delle attività quotidiane dei cittadini, nelle strade coinvolte, quando migliaia di trattori hanno paralizzato l’intero Paese per giorni, non si è vista traccia del medesimo sdegno. E questo nonostante i blocchi fossero pressoché onnipresenti e non impegnassero singole strade, ma – come nel caso di Berlino – tutte le arterie di accesso alle principali città, con effetti concreti anche sulle catene di approvvigionamento nei supermercati. Eppure, la cittadinanza non era inferocita, i ministri andavano sui palchi delle proteste a dialogare con i manifestanti e a nessuno è venuto in mente di far dichiarare l’associazione degli agricoltori un’organizzazione criminale o di far pagare loro le spese di ripulitura dello sversamento di letame sulle strade. Le stesse domande devono essersele fatte gli attivisti di Letzte Generation – la sezione tedesca del movimento – che, in un comunicato sul proprio sito ufficiale, hanno deciso di cambiare strategia.

Attivisti manifestano a Berlino, ironizzando sul diverso trattamento riservato ai blocchi stradali degli agricoltori.
Foto: Letzte Generation

I maligni potrebbero pensare che gli attivisti si siano resi conto che, per l’automobilista medio, è molto più facile cercare di investire o malmenare un adolescente incollato a terra, che non si può muovere e che ha scelto la via della non violenza, piuttosto che un imprenditore agricolo alla guida di un mezzo di svariate tonnellate, con un rimorchio carico di escrementi di bovino e che non ha fatto promesse in materia di resistenza passiva.

La nuova strategia di Ultima Generazione: coinvolgere la popolazione nella disobbedienza civile

Quale che siano le ragioni, per Ultima Generazione Germania, i blocchi stradali sono, si legge nel comunicato, un ricordo del passato: nel 2024 si volta pagina. La nuova strategia si prefigge di essere più diretta e incisiva, con l’obiettivo di generare un impatto significativo sulla società e sulle istituzioni, puntando a coinvolgere la popolazione, invece di alienarla. A partire dal mese di marzo, gli attivisti hanno pianificato di organizzare “assemblee disobbedienti” in diverse località del Paese, coinvolgendo la popolazione nelle strategie di disobbedienza civile, piuttosto che alienarla. Quali possano essere gli ordini del giorno di tali assemblee e come debba esplicarsi la disobbedienza civile, fino a questo momento, non è stato rivelato.

Stando a quanto si evince dal testo, queste manifestazioni non si limiteranno a evidenziare il problema del cambiamento climatico, ma punteranno invece a un confronto diretto con le entità e le persone ritenute responsabili della crisi climatica e con gli organi decisionali che possono intervenire a cambiarla – prendendo a modello ciò che ha fatto, l’anno scorso, il gruppo statunitense Climate Defiance con i rappresentanti dell’amministrazione Biden. Questo non è semplicemente un cambio di strategia, ma rappresenta un cambio di paradigma nell’approccio alla questione climatica, con l’intento di stimolare un dibattito più profondo e azioni concrete.

Era il gennaio 2022, quando Letzte Generation ha iniziato a bloccare le strade per richiedere un cambiamento radicale nella politica climatica e, prima ancora, alcuni attivisti si erano accampati davanti al Reichstag, facendo lo sciopero della fame, chiedendo un confronto con quello che di lì a poco sarebbe diventato il governo Scholz. Nonostante, in quell’occasione, tanto il Cancelliere quanto altri ministri e rappresentanti delle istituzioni avessero promesso un confronto diretto subito dopo le elezioni, tale incontro non avvenne mai. Anche in seguito, i rappresentanti delle istituzioni, perfino i membri del partito dei Verdi, hanno evitato il più possibile il confronto con gli attivisti sulle politiche climatiche.

Nel frattempo, l’opinione pubblica si è spaccata in tre blocchi: uno che supporta strenuamente gli attivisti e la loro causa, uno (il più rumoroso) che invoca per loro pene draconiane e applaude quando gli automobilisti li aggrediscono fisicamente, il terzo, che potremmo definire “centrista”, assestato sull’idea che la causa sia nobile, ma che i metodi siano discutibili (sempre se usati dagli attivisti, non se usati dagli agricoltori). A questa percezione hanno contribuito, va detto, molti media – in particolar modo quelli che hanno descritto le azioni degli attivisti di tutto il mondo, anche le più recenti, nelle tinte più clamorose e drammatiche possibili – per esempio, menzionando che gli attivisti hanno lanciato alimenti “sulla Gioconda” o “sui quadri di Monet”, omettendo rigorosamente di menzionare il fatto che tutti i quadri scelti erano protetti da vetri e che il “danno” ha potuto essere cancellato in pochi minuti con un panno bagnato.

Attivisti manifestano a Berlino, ironizzando sul diverso trattamento riservato ai blocchi stradali degli agricoltori.
Foto: Letzte Generation

Evidentemente, gli attivisti di Letzte Generation hanno accettato di non poter vincere, contro un’opinione pubblica che, se nutrita con sufficiente “pastura” scandalistica, sceglierà sempre di vederli come vandali e di disinteressarsi dei motivi delle loro azioni. Anche perché, va detto, contemplare l’ineluttabilità della crisi climatica e le sue conseguenze sulle nostre vite individuali, qualora il corso attuale non venisse alterato, non è certo una bella prospettiva per nessuno.

Ultima Generazione: “Lotta per il clima e antifascismo vanno di pari passo”

Che cosa sta per accadere, dunque, al movimento ambientalista tedesco? Intanto, sempre secondo il comunicato, questo si schiererà in modo molto più netto al fianco dei movimenti antifascisti. Il testo, nella sua parte iniziale, dichiara che “Forze antiumane e fasciste stanno prendendo a colpi d’ascia le fondamenta del nostro ordine liberale e democratico. Allo stesso tempo, la distruzione dei nostri mezzi di sussistenza prosegue a rotta di collo. Nonostante la Legge fondamentale e i trattati internazionali vietino ulteriori esitazioni, le persone che hanno molto potere creativo e denaro nel nostro Paese decidono di mantenere il corso politico di distruzione.” La politica scelta, si afferma, è ancora quella della resistenza non violenta e l’obiettivo è mobilitare una “massa critica” di persone in tutto il Paese.

Il programma è annunciato, ma non definito: “D’ora in poi protesteremo in una forma diversa” dichiarano gli attivisti: “A partire da marzo, organizzeremo assemblee di disobbedienza in tutto il Paese. Invece di dividerci in piccoli gruppi e bloccare le strade, organizzeremo assemblee disobbedienti insieme a molte persone. Ovunque non possiamo essere ignorati. Inizia così una nuova era della nostra resistenza pacifica e civile.”

Si parla di cercare il confronto diretto con i rappresentanti delle istituzioni e i detentori del potere decisionale, ma anche di recarsi “nei luoghi di distruzione delle fonti fossili per le nostre proteste, come è già successo in passato con le proteste presso gli oleodotti, gli aeroporti o la sede della RWE”. Inoltre, gli attivisti dichiarano di voler fare appello direttamente al Presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier, “ in quanto autorità altamente rispettata e neutrale”. “Gli chiederemo di parlare pubblicamente e onestamente della distruzione del clima e della necessità di cambiare rotta. I dettagli di questo appello saranno definiti nei prossimi mesi sotto forma di lettera” si legge ancora nel comunicato.

Il comunicato di Ultima Generazione è disponibile per intero qui.

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