Autodeterminazione persone trans in Germania, scontro politico. CDU: “Non basta una dichiarazione all’anagrafe”

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Mercoledì è stata discussa per la prima volta al Bundestag la legge sull’autodeterminazione delle persone trans, che andrà a sostituire il Transsexuellengesetz, l’attuale legge, che risale ormai al lontano 1980.

Il Ministero della Famiglia e il Ministero della Giustizia hanno lavorato su questa legge per mesi, ma continuano a piovere costantemente critiche e Andrea Lindholz, vicepresidente del gruppo parlamentare CDU/CSU, ha manifestato il suo disappunto con la Berliner Zeitung, definendo il progetto di legge “di misera qualità” e affermando che manca di chiarezza.

La nuova legge consentirà il cambio di genere all’anagrafe con una semplice dichiarazione

La legge mira a semplificare il cambio di genere anagrafico per le persone transgender, intersessuali e non binarie. In futuro, questo potrà avvenire attraverso una semplice dichiarazione all’anagrafe, senza ulteriori step medici o legali, che i sostenitori della semplificazione definiscono anacronistici ed eccessivi.

L’attuale legge richiede invece alle persone trans interessate due relazioni psicologiche per modificare sesso o nome, nonché l’approvazione finale da parte del tribunale competente, una procedura parzialmente contestata dalla Corte costituzionale federale.

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Persone trans che si autocertificano all’anagrafe, Andrea Lindholz (CDU): “Temiamo il caos amministrativo”

Lindholz esprime invece forti riserve relative alla nuova legge, esprimendo una preoccupazione che è in primis legata al fatto che possa complicare tantissimo la burocrazia e generare caos amministrativo, influendo su transazioni legali e contratti privati e creando ulteriori problemi relativi al trattamento dei dati.

“È assurdo che siano proprio i partiti della coalizione a voler approvare una legge del genere. L’FDP in particolare è solitamente così cauto, quando si tratta di protezione dei dati” ha commentato l’esponente cristiano-democratica, facendo riferimento ai liberali perché, insieme ai Verdi e ai socialdemocratici, sono al timone dell’esecutivo tedesco.


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La CDU/CSU solleva inoltre dubbi sulla capacità degli ufficiali di stato civile nell’autenticare i cambiamenti di genere. Secondo il progetto di legge, la persona interessata dovrebbe dichiarare all’ufficio anagrafe che “l’indicazione del sesso prescelto, o la cancellazione dell’indicazione del sesso, corrisponde al meglio alla sua identità di genere” e inoltre che “è consapevole delle conseguenze della dichiarazione”.

Per Lindholz, invece, tutto questo non ha senso. “È un disastro che gli ufficiali di stato civile debbano accettare dichiarazioni sui cambiamenti di nome e di sesso. Si suppone che debbano autenticare un sentimento. Non hanno le competenze necessarie per farlo e non possono semplicemente rifiutare una dichiarazione del genere” ha ribadito, continuando a sostenere che questo compito debba continuare a essere svolto dai tribunali.

La questione delle persone straniere che devono lasciare il Paese e quella penitenziaria

Un altra questione sollevata dalla politica cristiano-democratica è relativa alle complicazioni che potrebbero esserci in relazione alle persone straniere obbligate a lasciare la Germania, così come l’impatto che la nuova legge potrebbe avere su chi ha commesso reati e deve entrare in carcere.

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Il ministro della giustizia tedesco Marco Buschmann. Photo credits: EPA-EFE/CLEMENS BILAN

Da un lato, afferma Lindholz, il cambio di genere potrebbe influire sulle decisioni di espulsione, dall’altro si porrebbero problemi di presenza, all’interno delle carceri femminile, di persone che si sono improvvisamente fatte certificare come donne all’anagrafe.

n’estensione di questa questione riguarda saune, bagni pubblici e spogliatoi di palestre o altre strutture simili. “Le incertezze vengono semplicemente scaricate sugli Stati federali, sui locali di ristorazione e sulle discoteche. Ora i proprietari, i gestori di saune e i club sportivi dovranno decidere chi può usare quale bagno, spogliatoio o bagno turco” dichiara Lindholz, aggiungendo come tutto questo li esponga al rischio di violazione del divieto di discriminazione.

Marco Buschamann: “Uno stato liberale non tratta le persone trans come persone malate”

Prima c’era una sentenza del tribunale che portava la certezza del diritto per le persone interessate” ha sottolineato la politica, aggiungendo come, in seguito alla nuova legge, chiunque potrebbe essere in grado di certificare ciò che in passato era oggetto di attenta analisi. “I semafori si stanno sottraendo alle loro responsabilità” è il commento finale.

Il ministro federale della Giustizia Marco Buschmann (FDP) e il ministro della Famiglia Lisa Paus (Verdi) continuano invece a difendere la proposta di legge. “Uno Stato liberale non deve trattare le persone transgender come persone malate” ha dichiarato Buschmann, mentre Paus ha sottolineato che la legge regolerà l’autodeterminazione di genere “come si addice a uno Stato costituzionale liberale, che ha al centro la dignità umana”.

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