Conflitto israelo-palestinese: accusato di censura, il senato di Berlino si difende

Rotes Rathaus censura

Il centro culturale Oyoun, che ha sede nel distretto berlinese di Neukölln, accusa di censura l’amministrazione del senato per la cultura e la coesione sociale. Lo sfondo è il tema del momento e cioè la drammatica escalation del conflitto israelo-palestinese.

Centro culturale di Neukölln si scaglia contro il senato: “Subiamo pressioni”

“Siamo stati avvertiti dal Senato di Berlino che la libertà artistica non è più concessa per argomenti troppo politici” dichiara il centro su Instagram in un una “Dichiarazione su Israele, la Palestina e la libertà di parola“. Il centro, che è gestito dal 2020 da Kultur NeuDenken gUG ed è finanziato dal senato e quindi dal governo cittadino, con sovvenzioni approvate annualmente, dichiara di aver subito, negli ultimi anni, una costante ingerenza relativa ai temi affrontati.


Adania Shibli

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Nella dichiarazione, Oyoun sostiene di aver in passato subito pressioni dirette alla cancellazione di diversi eventi, incluso un evento previsto a breve con l’associazione Voce ebraica per una pace giusta in Medio Oriente (Jüdische Stimme für einen gerechten Frieden im Nahen Osten e.V.). L’associazione, costituita da membri ebrei e israeliani che si adoperano affinché il governo tedesco utilizzi la sua politica estera “nell’interesse dell’istituzione di uno Stato palestinese vitale e sovrano su un territorio integrato e all’interno di confini sicuri” e “per contribuire alla realizzazione di una pace duratura che sia sostenibile per entrambe le nazioni”, ha ricevuto il Premio per la pace di Gottinga nel 2019, per il suo lavoro di “promozione della pace e della giustizia in Israele-Palestina”. Oyoun annuncia che l’evento, previsto per il 4 novembre, si terrà senz’altro e che non si “inchinerà alle pressioni del senato”.

Nella stessa dichiarazione il gruppo prende posizione sia contro il comportamento del governo israeliano, in termini di “violento assedio e continui bombardamenti di Gaza”, “severe violazioni dei diritti umani” e “‘politiche di annessione nella West Bank”, sia contro la “violenza brutale di Hamas”.

Il senato di Berlino: “Nessuna censura, ma quell’associazione sostiene il BDS”

Un portavoce dell’amministrazione del Senato, parlando con la Berliner Zeitung, ha invece respinto con fermezza le accuse di censura. “Contestiamo esplicitamente questa rappresentazione di Oyoun! Noi non censuriamo” ha dichiarato. A proposito dell’associazione ospitata il 4 novembre e cioè Voce ebraica per una pace giusta in Medio Oriente, il portavoce ha dichiarato che “sostiene in modo evidente il movimento BDS (Movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, ndr)”. La questione era peraltro stata sollevata anche prima dell’assegnazione del succitato Premio per la pace di Gottinga del 2019, ad esempio dal Consiglio centrale degli ebrei tedeschi.

Il portavoce ha aggiunto che sebbene per l’Amministrazione del Senato sia scontato che le istituzioni e i progetti che sostiene siano liberi nelle loro decisioni in merito ai contenuti, le istituzioni e i progetti finanziati dal Dipartimento del Senato “devono operare entro confini democraticamente definiti” e “in questo contesto, abbiamo invitato Oyoun ad astenersi dall’organizzare l’evento”.

Ha infine concluso ricordando che il Senato sostiene il progetto del Land Berlino per l’ulteriore sviluppo della prevenzione dell’antisemitismo, che afferma, tra le altre cose, che “Berlino è solidale con Israele e ne riconosce l’esistenza e il diritto di autodifesa” e che “rifiuta chiaramente tutte le campagne di boicottaggio antisemite. Organizzazioni, associazioni e individui che delegittimano l’esistenza di Israele come Stato ebraico o che agiscono in altro modo in maniera antisemita non riceveranno locali o spazi e non riceveranno sovvenzioni o sussidi dallo Stato”.

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