Bebelplatz e il memoriale per i libri bruciati dai nazisti a Berlino

Bebelplatz
La "Biblioteca" di Bebelplatz Maekdiaa, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

I tour di Berlino che ripercorrono i luoghi legati agli orrori del nazismo non sempre comprendono Bebelplatz, che pure in quella storia ha un ruolo simbolico importantissimo. Qui fu compiuta infatti una delle azioni che qualificano una dittatura, spesso prima che questa mostri il suo vero volto: il rogo dei libri.

La piazza voluta da Federico il Grande

Visitando la piazza oggi, a un primo sguardo, non viene certo naturale associarla a una simile barbarie. Quello che ci troviamo davanti, nel cuore del quartiere dei musei, è uno spazio che ci fa pensare ad altri momenti, decisamente precedenti, della storia tedesca. Ci viene in mente la Berlino di Federico II, che da qui passava quando percorreva a cavallo Unter den Linden e in generale riceviamo dall’architettura di Bebelplatz un’impressione di ordine e di armonia. Ed effettivamente fu proprio Federico il Grande a volerne la costruzione nel 1740, tanto che la piazza è nota anche come Forum Fridericianum.

Il memoriale per i libri bruciati a Bebelplatz

Il capitolo più nero della sua storia, però, Bebelplatz lo visse il 10 maggio 1933, quando oltre 20.000 libri, considerati contrari per l’ideologia nazista e portatori di valori “antitedeschi”, furono dati alle fiamme. Fra gli autori i cui libri furono bruciati c’erano Thomas e Heinrich Mann, August Bebel (scrittore socialista al quale è intitolata la piazza), Karl Marx, Sigmund Freud, Albert Einstein, Bertolt Brecht, Franz Kafka, Stefan Zweig, Max Brod, Hermann Hesse e quasi 400 altri scrittori. A impressionare moltissimo coloro che per la prima volta si accostano a questa storia è spesso il fatto che fra i libri bruciati ci fossero anche quelli di Heinrich Heine, celebre per la citazione, divenuta profezia, “Dove si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche le persone”.


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Oggi, questo tremendo episodio della storia tedesca è ricordato da un monumento sotterraneo, che, passeggiando sulla piazza, si può vedere attraverso una lastra di vetro. Il monumento, noto come “La Biblioteca”, consiste in un’installazione profonda otto metri, realizzata con scaffali vuoti che, se fossero riempiti potrebbero contenere esattamente 20.000 libri: quelli che furono bruciati i nquesto luogo. Il fatto che il monumento sia sotterraneo ha l’effetto – voluto – di farlo apparire come una sepoltura, simbolo non solo dei libri che sono stati “uccisi” dal regime, ma anche e soprattutto degli esseri umani che li hanno seguiti dopo poco.

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