“EXZESS Berlin – Capitale dei Club”: uscito il documentario per chi ama una scena unica

club EXZESS

Berlino è nota in tutto il mondo per la cena dei club e luoghi come Berghain, Tresor e KitKat Club attirano da anni visitatori internazionali alla ricerca di party unici e anticonvenzionali, atmosfere all’avanguardia e notti che si spingono oltre i loro stessi confini. Il documentario  in tre parti, “EXZESS Berlin – Hauptstadt der Clubs” (EXZESS Berlin – Capitale dei club), prodotto da RBB e ARD e ora disponibile sulla piattaforma ARD, dimostra che questa “tradizione” non è di certo un fenomeno recente.

Una cronaca lunga cinque decenni

Il documentario dura circa un’ora e mezza e offre un’immersione nell’eterno divenire della “Clubkultur berlinese, nell’arco di ben cinque decenni. Questo periodo è stato inevitabilmente segnato dalla divisione della Germania e dalla successiva riunificazione e il documentario rivela come ogni nuova generazione abbia ridefinito e influenzato la cultura notturna della capitale tedesca.

Durante il racconto, emergono le affascinanti personalità dei protagonisti che hanno a lungo animato la scena dei club e che hanno accettato di farsi intervistare, tra cui l’attrice Zazie de Paris, il DJ Westbam e persino il “leggendario” addetto ai bagni dell’Hafenbar. Molte figure chiave si legano a luoghi celebri, sia passati che presenti, come ad esempio Britt Kanja del 90 Grad, Alexandra Dröner del Tresor, Lilo Unger e Nanette Fleig dell’SO36, Eli Steffen dell’About Blank e Simon Thaur del Kit Kat Club.

Un passato diviso e un futuro condiviso

La prima parte del documentario ci riporta indietro nel tempo, parlando delle differenze che c’erano tra i club di Berlino est e Berlino ovest e di come, dopo il crollo del Muro e la Wende, tutto sia cambiato ancora, mescolandosi e trasformandosi nuovamente. Si affronta anche il tema dell’uso delle droghe, presentate da questo resoconto come un fenomeno sostanzialmente “importato” dall’Occidente. Si aprono inoltre finestre sulle subculture punk, queer e hooligan, che in alcuni particolari momenti storici si sono trovate persino mescolate.


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Dall’anarchia all’organizzazione

La seconda parte esamina invece i cambiamenti portati dagli anni ’90 e 2000, con una transizione verso una maggiore organizzazione dei club e una minore “anarchia creativa”. Si affronta anche la questione della libertà sessuale, che per diversi aspetti identifica il circuito, in alcuni casi anche in modo politico, intrecciandola con la descrizione dei nuovi movimenti queer e del modo in cui occupano la scena di alcuni club berlinesi.

Il documentario menziona anche le sfide recenti, come la minaccia rappresentata da nuove autostrade che potrebbero cancellare luoghi storici. Il riferimento è specifico e non generico, considerando che, al momento, l’espansione dell’A100 rischia di ridisegnare totalmente l’area di Ostkreuz, a Berlino, spazzando via il Club Ost e l’About Blank. Questo ha scatenato un rave di protesta a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone, durante lo scorso fine settimana.

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Sven Marquardt, il famosissimo “bouncer” del Berghain e simbolo della Clubkultur berlinese. Berlino, marzo 2022. Photo credits: EPA-EFE/CLEMENS BILAN

Club in costante evoluzione

Una delle costanti evidenziate, comunque, è la capacità dei club berlinesi di rinascere dalle ceneri, ridefinendo e trasformando continuamente gli spazi e il processo è reversibile, in una città in cui tutto cambia.

Prima di diventare un club, il Tresor era infatti una banca, l’About Blank un asilo nido, l’SO36 un supermercato e il Roxy era un cinema e ora ospita un mercato biologico. In ogni caso, la voglia di ballare continua a riverberare nella città, propagandosi come un ritmo sotterraneo che inevitabilmente finisce per trovare luoghi e modi di esprimersi, ma un solo tempo: la notte. Perché, come sottolinea Petra Schreiber, “La vita è più divertente di notte che di giorno“. Potete guardare qui l’intero documentario.

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