
La città di Berlino sta registrando un notevole incremento del numero dei bisognosi e in particolare di “nuovi poveri”, diversi dalle persone senza fissa dimora che, fino ad oggi, hanno costituito la quasi totalità dei beneficiari dell’assistenza pubblica e privata.
L’allarme è dato proprio da alcuni degli enti preposti a tale assistenza.
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Nuovi poveri a Berlino: non solo persone senza fissa dimora
Barbara Breuer, portavoce della Missione Cittadina (Stadtmission Berlin) parla chiaramente di un aumento significativo dei bisognosi. ”È difficile fornire una cifra esatta, perché le persone che cercano aiuto spesso non sono registrate” precisa Breuer, ma riesce comunque a fornire un indicatore. Nel centro distribuzione indumenti della Missione, per esempio, arrivano fino a 170 persone al giorno, mentre prima la media era di 100.
Non si tratta solo di persone senza fissa dimora, ma anche di “nuovi poveri”, che hanno una residenza permanente, ma vivono comunque sulla soglia di povertà e molti sono pensionati con un’entrata minima. Brauer ha aggiunto, con rammarico, che alla colazione per anziani della Missione, sono da qualche tempo costretti ad allontanare delle persone, ”perché ne arrivano sempre di più di quante ne possiamo accogliere”.
La stessa cosa è affermato dalla direttrice della Diakonie di Berlino Brandeburgo, Andrea Asch, che in particolare segnala un aumento massiccio di richieste per servizi di consulenza legati a bonus energia e sussidi sociali come il Bürgeld o il sussidio per l’alloggio. I centri consulenza sono già al limite della loro capacità e prevedono un’ulteriore pressione, nelle prossime settimane.
Anche l’Associazione umanista Berlino-Brandeburgo parla di un aumento del 15-20% nella richiesta di consulenze sociali, mentre la Berliner Tafel, che distribuisce cibo ai bisognosi, dichiara che le persone che chiedono un pasto sarebbero passate da 40.000, all’inizio dell’anno, a circa 72.000 a luglio.
Meno risorse anche per le associazioni che aiutano gli indigenti
Ad aggravare la situazione è la diminuzione delle risorse delle associazioni che normalmente aiutano i più indigenti. Queste realtà, infatti, molto spesso si avvalgono di donazioni che arrivano da persone comuni, ma anche le persone comuni sono in difficoltà, in questo inverno di crisi energetica e quindi economica. Le donazioni, dunque, sono sempre meno, mentre le associazioni devono fronteggiare anche i maggiori i costi energetici degli ambienti utilizzati. “L’inflazione e la crisi energetica sono qui” sottolinea Breuer, che tuttavia auspica che le persone continuino a donare, anche solo in natura, potendo in denaro, e nei limiti delle loro possibilità, per soccorrere chi rischia di soccombere sotto il peso di una congiuntura non facile.
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