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Alte Nationalgalerie: uno scrigno di tesori artistici a Berlino

Contributo e fotografie a cura di Stefano Comi (Sito ufficiale, Pagina Facebook)

È grazie alla passione per l’architettura di Friedrich Wilhelm IV di Prussia, alla sua familiarità con gli architetti di corte del rango di Karl Friedrich Schinkel e i suoi successori Friedrich August Stüler, Ludwig Persius e Christian Daniel Rauch, gli architetti del paesaggio Peter Joseph Lenné e Hermann von Pückler- Muskau, ma soprattutto grazie al suo viaggio di studio nelle città di Genova, Roma, Ravenna, Napoli, Venezia, se oggi possiamo ammirare opere d’arte come la Heilandskirche Sacrow o la Friedenskirche nel parco di Sanssouci con il mosaico bizantino salvato dalla chiesa di San Cipriano a Murano destinata all’abbattimento. E poi le Orangerie, sempre nel parco di Sanssouci, con ampi dettagli dettati dal monarca ispirato dalle architetture di Villa Doria Pamphili e di Villa Medici. E poi ancora il Belvedere auf dem Pfingstberg, il castello di Charlottenhof affiancato dai Römischen Bäder. Suo anche il progetto per una Galleria Nazionale (quella che oggi chiamiamo Alte Nationalgalerie) che raccogliesse il vasto lascito di opere d’arte donate dal banchiere Joachim Heinrich Wilhelm Wagener al quale, dopo una travagliata fase di progettazione, si aggiunsero opere di artisti nazionali e internazionali.

Le principesse Louise e Frédérique di Prussia 1795-1797, Marmo, Johan Gottfried Schadow (1764-1850)
Foto di Stefano Comi

La nascita della Alte Nationalgalerie

Il benvenuto lo dà una statua di Friedrich Wilhelm IV a cavallo circondato dalle allegorie della Religione, la Poesia, la Storia, la Filosofia; l’autore è lo scultore di origini italiane Alexander Calandrelli. Una volta varcata la soglia del museo, il gruppo marmoreo delle principesse Friederike e Luise, opera dello scultore Johann Gottfried Schadow. La prima, rimasta vedova ancora giovane, procurò non poco scandalo a corte per la sua vita turbolenta circondata da amanti, la seconda, andata in sposa a Friedrich Wilhelm III, poi Re di Prussia, conquistò il cuore dei berlinesi, non solo per le sue passeggiate serali senza guardia del corpo sulla Unter den Linden dove era andata ad abitare con il consorte, ma per le sue numerose opere e fondazioni a favore dei ceti più poveri e per le sue qualità diplomatiche, grazie alle quali affrontò, senza alcun timore, il confronto con Napoleone e con lo Zar Nicola.

Il principe ereditario Federico Guglielmo di Prussia entra a Gerusalemme nel 1869 – Wilhelm Hentz.
Foto di Stefano Comi

Morta giovane, probabilmente a causa dello stress che la politica le procurava, vive ancora oggi nel mito che la vuole “Lady Diana dei berlinesi”. La statua non piacque al committente a causa degli abiti troppo aderenti, non adatti al rango delle due principesse e, per molti anni, restò nascosta nei depositi di corte. Proseguendo nei locali adiacenti, nei dipinti del realismo tedesco ritroviamo numerosi motivi della vita di corte, parate militari, ritratti di nobildonne, alti funzionari dello Stato, fra i quali non poteva mancare Otto von Bismarck, il vero padre dell’impero. Fra le pitture più note, Il concerto di flauto alla corte di Sanssouci del pittore Adolph von Menzel; protagonista e solista del concerto, Friedrich II, meglio noto come Friedrich der Große (il grande).

Concordia – “Arte e scienza in armonia” – Leo von Klenze e Karl Richard Lepsius.
Foto di Stefano Comi

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Al secondo piano della Alte Nationalgalerie incontriamo opere che vanno dall’Idealismo al Realismo e l’Impressionismo. Ricca l’esposizione delle opere di Max Liebermann che aveva la sua abitazione e il suo atelier (visitabili) sulle sponde del lago Wannsee, ma anche opere dell’italiano Giovanni Segantini, maestro di paesaggi montani, dello scultore August Rodin e l’impressionante quadro di Arnold Böckling “Die Toteninsel”. Un certo sollievo lo danno invece le immagini dei paesaggi dipinti da Claude Monet.

L’Isola dei Morti – Arnold Böcklin.
Foto di Stefano Comi

Le meraviglie del romanticismo

Nostalgici e malinconici i quadri al piano superiore, dipinti nel periodo di Johann Wolfgang Goethe e sicuramente ispirati dal suo viaggio in Italia. Ritroviamo infatti paesaggi romani, panorami di Firenze, scorci di Tivoli, Taormina, Agrigento, Capri e anche un dettaglio del cantiere per la costruzione del Duomo di Milano. Siamo così arrivati al Romanticismo tedesco, ai dipinti di paesaggi fantastici di Karl Friedrich Schinkel, architetto alla corte prussiana: fortezze che si innalzano su speroni di roccia, cattedrali nel paesaggio agreste, templi immaginari sullo sfondo di antiche civiltà.

Monaco in riva al mare – Caspar David Friedrich.
Foto di Stefano Comi

E finalmente ci troviamo di fronte alle opere del Maestro del romanticismo, Caspar David Friedrich. Personaggi dei quali non vediamo mai il viso di fronte a una finestra aperta sul mistero della vita, uomini e donne soli a contemplare l’infinto del mare, alberi secolari a guardia di paesaggi sconfinati, quasi testimoni della fragilità dell’essere. Un viaggio, quello nella Alte Nationalgalerie, non solo attraverso le diverse scuole dell’arte, ma anche attraverso l’evoluzione del pensiero e la domanda sempre aperta delle ragioni della nostra esistenza.

Come arrivare alla Alte Nationalgalerie: U5; Bus 100, bus 300; Alte Nationalgalerie. Buona passeggiata

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