Continua l’indagine sulla presenza di estremisti di destra fra le forze di polizia dell’Assia, in particolare fra i corpi speciali, come la SEK – la cui unità di Francoforte è stata sciolta pochi giorni fa proprio in relazione a questo caso.
Infiltrazioni neonaziste: si allarga il cerchio dei sospetti
Il Ministro dell’Interno dell’Assia Peter Beuth (CDU) ha dichiarato in parlamento che il numero di agenti in servizio attivo attualmente coinvolti è di 49 e che sono molteplici i dipartimenti nei quali operavano. La maggior parte erano membri della SEK, mentre gli altri facevano parte della polizia criminale del Land (LKA), delle forze antisommossa o erano impiegati nella sede della polizia statale dell’Assia, nei presidi dell’Assia orientale e di quella meridionale. Altre sette persone, infine, non sarebbero dipendenti dei corpi di polizia.
Leggi anche:
Pedopornografia e chat neonaziste: lo scandalo che travolge la polizia dell’Assia
Svastiche e immagini di Hitler in chat
Nelle chat venivano scambiate immagini di Hitler, svastiche e messaggi che facevano chiaramente riferimento all’estremismo di destra.
Sospensioni e misure disciplinari erano già state adottate nei confronti del primo gruppo di indagati, ad alcuni dei quali, nonostante non risultassero formalmente sospesi, era stato di fatto vietato di svolgere le proprie abituali funzioni. Si sa invece che, per 24 dei 56 membri della chat incriminata non sono previste, al momento, né sanzioni disciplinari né azioni legali.
Indagini ancora in corso
Le indagini sono ancora in corso e gli investigatori stanno esaminando i contenuti multimediali dei messaggi, per individuare eventuali altri profili di reato. L’immagine della polizia dell’Assia ne esce fortemente danneggiata e anche sull’indagine stessa sono state gettate alcune ombre, in particolare sul fatto che l’investigazione sia stata affidata alla LKA, ovvero uno dei corpi a cui appartenevano gli agenti indagati.
Resta aperta la questione di eventuali correlazioni con l’estremista o gli estremisti responsabili delle intimidazioni firmate NSU 2.0, il cui presunto responsabile è stato arrestato. Alla luce di questa recente inchiesta, si considera nuovamente l’ipotesti che l’uomo possa aver reperito alcuni degli indirizzi delle vittime grazie a un supporto interno proprio dai corpi di polizia del Land.