Tareq Alaows ritira la candidatura al Bundestag: razzismo e minacce di morte

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Steffen Prößdorf, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

A febbraio, la candidatura al parlamento di Tareq Alaows con i Verdi aveva fatto discutere: si trattava del primo siriano a proporsi per un seggio al Bundestag e la sua storia era stata accolta come un esempio di integrazione in tutta Europa. La settimana scorsa, tuttavia, Alaows ha interrotto la campagna elettorale e dichiarato l’intenzione di ritirare la propria candidatura. A spingerlo in questa direzione sarebbero stati gli attacchi razzisti e le minacce di morte ricevuti nelle ultime settimane.


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Alaows, che è fuggito dalla Siria sei anni fa, era stato candidato dai Verdi nel distretto di Oberhausen, nel Nord Reno-Westfalia. La sua campagna si concentrava soprattutto sui temi legati all’accoglienza e ai rifugiati, con aspre critiche al modo in cui l’Europa ha gestito la relativa emergenza umanitaria e alle politiche di integrazione tedesche. Le critiche, provenienti soprattutto da destra, si erano concentrate sulle sue origini: se Alaows non era soddisfatto della Germania, sostenevano i suoi detrattori, avrebbe fatto meglio a tornare in Siria.

Gli attacchi più veementi, tuttavia, Alaows li ha ricevuti online, specialmente sui social media. Nelle ultime settimane, dopo aver ricevuto minacce di morte dirette tanto a lui quanto alla sua famiglia in Siria, il candidato dei Verdi ha quindi deciso di ritirarsi dalla corsa al Bundestag e di abbandonare il partito e la politica. Le minacce, tutte a sfondo razzista, proverrebbero da account vicini agli ambienti di estrema destra.

In un tweet, il ministro degli esteri Heiko Maas (SPD) ha invitato alla solidarietà con l’ormai ex-candidato dei Verdi e avuto parole durissime contro gli attacchi razzisti ricevuti da Alaows, che ha definito “[un fatto] patetico per la nostra democrazia”.

 

Sullo stesso tono anche le dichiarazioni via social della capogruppo parlamentare dei verdi Katrin Göring-Eckardt, che ha invitato a “opporsi al razzismo in modo sempre più efficace”. L’hashtag #SolidaritätMitTareq, lanciato dal deputato dei Verdi Erik Marquardt, è arrivato rapidamente al primo posto fra le tendenze in Germania, rivelando un ampio supporto per Alaows, il quale però si è astenuto dal rilasciare dichiarazioni e si è limitato a ringraziare tutti coloro che lo hanno sostenuto, la squadra che lo ha aiutato a gestire la campagna elettorale e la società civile.

 

Pochi i commenti di segno opposto. Fra questi il parlamentare europeo di AfD Bernhard Zimniok, che ha definito il ritiro di Alaows “Meraviglioso”, le accuse di razzismo “non comprovate” e ha sostenuto che Alaows non potesse comunque candidarsi legittimamente al Bundestag perché non ancora cittadino tedesco.