La Germania che non cambia: ancora 30mila Trabant per le strade tedesche

Trabant_Trabi_Safari

Molti ne hanno avuta una, alcuni l’hanno a lungo aspettata invano (nel film “Good Bye, Lenin!” quando Alex dice alla madre che è arrivata l’auto come  l’avevano ordinata, lei si stupisce dei soli tre anni di attesa), pochi la sapevano riparare, tutti la conoscono, la “Trabi” è indiscutibilmente uno dei simboli di Berlino. E non solo: di una nazione o meglio di una delle due metà di una nazione, di un’epoca e di una svolta come il crollo del muro con cui ebbe fine quell’epoca.

Consacrata a vita eterna, proprio l’auto che invece troppo facilmente si danneggiava. Tutti i turisti si fanno fare una foto con quella dipinta dell’East Side Gallery o con all’Historiale Berlin Museum, della Trabant abbiamo parlato molte volte anche noi.

Era l’auto del popolo nella Germania dell’Est, di fatto l’unica disponibile. Progettata e messa in produzione negli anni ’50, il suo nome significa “compagno di viaggio”. Per la prima volta un’auto tedesca aveva la carrozzeria in plastica e indistruttibile, anche se lo stesso non si può dire dell’acciaio con cui era realizzato il telaio. Particolarmente economica, stupì tutti superando il famoso “test dell’alce” alla faccia della Mercedes. Ma in generale furono sempre negativi i giudizi su questo trabiccolo rumoroso e fumoso.

Dopo la riunificazione, auto occidentali migliori soppiantarono la Trabant finché la produzione cessò. Eppure ha fatto la storia e non esiste nessuno che non le sia in un modo o nell’altro profondamente legato.

Ma il punto è: quante ne sono rimaste? Ebbene, stando agli ultimi dati dell’Ufficio federale dei veicoli a motore, 32.500.

Mentre nel 1993 erano più di 920.000 gli esemplari in circolazione, soprattutto a Berlino Est e nei cinque Länder orientali. La berlina della DDR è destinata a diventare un raro pezzo d’antiquariato. Poche se ne sono conservate in buono stato e sono diventate un oggetto retrò, colorate  decorate reinventate in tutti i modi possibili. Si trovano soprattutto in Sassonia, dove ci sono la maggior parte degli appassionati di auto d’epoca, con circa 8.600 veicoli. A Berlino, gli “ostalgici” possono noleggiarle.

(e.bar)