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I berlinesi in guerra per il controllo dell’energia cittadina

Vattenfall

Un sogno, più che una sfida: rilevare la rete di fornitura energetica di Berlino dal colosso Vattenfall e orientarlo in una direzione decisamente più “verde”. L’obiettivo che Arwen Colell e Luise Nemann-Cosel stanno inseguendo da due anni, è tutt’altro che a portata di mano.

Le due donne sono stanche della scarsa attenzione posta dalla compagnia di gestione svedese alle energie rinnovabili. Spiega Colell: “Le energie ecologiche stanno cambiando il ruolo della distribuzione; prima era solo l’ultimo passaggio tra l’azienda e il consumatore. Oggi invece si tratta di un transito molto più importante, ed è assurdo che venga gestito da Vattenfall, che utilizza praticamente solo carbone“.

Si tratta dunque di una motivazione ambientale, quella che ha portato i fondatori di BuergerEnergie a girare per la Germania alla ricerca di un modello sostenibile e replicabile. “Ma ci siamo rese conto in breve tempo”, ha spiegato Luise Nemann-Cosel alla Deutsche Welle, “che non avremmo trovato quello che cercavamo. Nessuno ha fatto nulla di simile, finora”.

Al momento, BuergerEnergie ha oltre mille membri, ed è riuscita ad attrarre investimenti per cinque milioni di euro. È solo l’inizio: per rilevare la rete di fornitura, infatti, servono circa 800 milioni. E bisogna affrontare una concorrenza numerosa: il prossimo assegnatario, che dovrà gestire la rete dal 2015 al 2035, sarà scelto in una rosa di otto candidati totali.

Tra di essi c’è anche Stephan Taschner, portavoce di un altro gruppo di cittadini interessati a prendere il controllo della rete. La sua Berliner Energietisch, vuole tornare a dieci anni fa, quando la rete era in mano ad una società pubblica, la BEWAG. Ma il progetto è in bilico tra successo e fallimento.

Entro lunedì 10, infatti, Berliner Energietisch dovrebbe raccogliere almeno 30mila firme. 173mila quelle già raccolte, 200mila l’obiettivo finale: se centrato, la petizione per il ritorno all’energia pubblica verrà portata in Senato e votata da un referendum il prossimo 22 settembre, in corrispondenza con le elezioni federali.

Stephan ha trovato diversi sponsor d’eccezione, tra cui il cantante dei Seeed, Peter Fox. Anche lui sostiene la necessità di un gruppo di distribuzione che “si impegni davvero sul fronte delle energie rinnovabili”, cosa in cui, secondo il promotore dell’iniziativa, “Vattenfall avrebbe fallito”.

– BERLINO VUOLE DIVENTARE “A IMPATTO ZERO” ENTRO IL 2050

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Un commento

  1. Vattenfall fornisce anche energia elettrica da fonti 100% rinnovabili. Nel mio contratto é riportato che che l´energia e´ prodotta da centrali idroelettriche in Norvegia. Credo costi un pó di piú della normale ma, a meno che non si tratta di spudorate menzogne, se si vuole utilizzare energia rinnovabile, si può.

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