Islam, start-up e criminalità: il Presidente Gauck per la prima volta a Berlino

Giovani, tecnologia, multiculturalismo, economia, razzismo, criminalità. Nel menu della prima uscita ufficiale a Berlino di Joachim Gauck, presidente della Germania, non mancava proprio nulla. Il 72enne, successo lo scorso marzo a Christian Wulff alla maggiore carica istituzionale tedesca, ha messo sul piatto tutti i punti caldi dell’attualità berlinese, sia quelli legati agli ultimi episodi di cronaca, sia quelli relativi agli sviluppi futuri della capitale tedesca.

Gauck, ad esempio, ha parlato dell’assassinio di Johnny K., il ragazzo ucciso a calci da un gruppo di teppisti ad Alexanderplatz senza motivo apparente. Condannando fermamente l’episodio, certo. Ma anche chiedendo alla cittadinanza di non farsi trascinare dalle emozioni: “I berlinesi non devono aver paura della diversità“, ha detto. “Le persone devono essere più tolleranti le une con le altre, devono riconoscere i rispettivi valori. La Germania deve stare attenta a non confondere la tolleranza con l’indifferenza, e deve sapere che non c’è indulgenza per le ideologie che si oppongono ad una società democratica”.

Dopo un breve discorso presso la Porta di Brandeburgo, accompagnato dal Sindaco di Berlino, Klaus Wowereit, Gauck si è recato alla Factory, la nuova ambiziosa “casa” per start-up ed aziende avviate che sta nascendo vicino a Bernauer Straße. Nell’ex fabbrica della birra, che ospita già alcune web companies ma che sarà inaugurata ufficialmente solo nel marzo del 2013, il presidente ha voluto incontrare personalmente alcuni dei ragazzi al lavoro, parlando brevemente dell’importanza della tecnologia e della forza delle idee nello sviluppo futuro della città e del Paese.

Gauck ha terminato la sua prima uscita berlinese recandosi prima a Kreuzberg, presso la Bühnenkunstschule “Acadamy”, poi spostandosi alla Moschea Sehitlik di Neukölln. “É la mia prima volta in una Moschea”, ha raccontato il politico. In dono, il presidente tedesco ha ricevuto una placca con inciso in arabo il suo nome, insieme ai complimenti del presidente comunale, Ender Cetin. “La sua visita è il regalo più bello che potesse fare ai musulmani di Berlino e di tutta la Germania”, ha spiegato Cetin.