Pussy Riot e GEMA, alla Fuckparade il fronte caldo della protesta

di Ercole Gentile

La differenza tra Love e Fuck può essere molto grande o molto sottile, dipende dai punti vista, ma non se le due parole in questione sono legate a due parade di musica techno.

La LoveParade, nata a Berlino nel 1989 con soli 150 partecipanti, negli anni è diventata un fenomeno di proporzioni enormi, con oltre un milione e mezzo di partecipanti, ed edizioni svoltesi in altre città tedesche. Fino al 2010, anno nel quale l’evento si è tenuto in quel di Duisburg ed è stato funestato dai noti e drammatici incidenti, terminati con un bilancio pesantissimo di 21 morti (tra cui una ragazza italiana) e 342 feriti. Da allora la LoveParade ha cessato di esistere.

La FuckParade, originariamente Hateparade, è nata invece nel 1997 come contro-parata della stessa LoveParade (giudicata ormai troppo commerciale e venduta al ‘Sistema’) e come manifestazione anti-fascista. Da allora ogni anno l’evento è cresciuto: da un centinaio di partecipanti ai circa 6-7mila attuali. A caratterizzare l’evento sono ovviamente i classici camion e furgoni, circa una ventina, che diffondono musica per tutta la durata del tragitto: dall’hardcore e gabber (musica che negli anni fu estromessa dalla LoveParade) alla techno, passando per sonorità house, drum’n’bass e dubstep.

L’edizione 2012 si è tenuta questo sabato 25 agosto ed è stata caratterizzata da un percorso che ha sfiorato e “salutato” alcuni luoghi simbolici, attuali o defunti, della Berlino underground: partita dal Mauerpark, la demo ha omaggiato il Bunker (storico club di Mitte, la cui chiusura nel 1997 fu motivo di grandi proteste, dalle quali nacque proprio la FuckParade), il Tacheles, la Leipziger Straße, tagliando il centro museale e politico della Capitale, fino a terminare nel cuore alternativo di Kreuzberg, tra OranienStraße e WienerStraße.

Il popolo della FuckParade è piuttosto vario: dagli “integralisti”, completamente vestiti di nero, ad eccentrici personaggi mezzi nudi e colorati, passando per gente assolutamente “qualsiasi”, vogliosa di passare un pomeriggio in giro per la città a ballare e divertirsi. Temi molto caldi su striscioni e cartelli dei manifestanti sono stati la protesta contro la riforma della GEMA (la SIAE tedesca) che mette a rischio l’esistenza di alcuni piccoli club berlinesi, la richiesta di spazi liberi per la subcultura giovanile e la liberazione delle Pussy Riot in Russia. “Keine Party ist illegal”.

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