Schlecker è fallita, in migliaia senza un lavoro

da Wikipedia

Addio Schlecker, addio posto di lavoro per migliaia di dipendenti. Venerdì è arrivato al suo ultimo atto, quello conclusivo, il processo di bancarotta dell’azienda tedesca, un tempo leader nel settore dei cosmetici, dei prodotti per la casa e del cibo. Dopo mesi di dura lotta, anche le ultime residue speranze di trovare un nuovo acquirente sono andate disattese: “Le offerte non sono state accettate perché erano troppo basse”, ha sentenziato l’amministratore Arndt Geiwitz.

Nei prossimi giorni inizieranno a chiudere 3200 punti vendita in tutta la Germania. Le saracinesche si abbasseranno definitivamente a luglio. 13,200 dipendenti perderanno il lavoro, molti dei quali sono donne. “Mi dispiace soprattutto per loro”, ha commentato Geiwitz. Inutili i tentativi dei lavoratori, che avevano proposto una riduzione dello stipendio del 10%; inizialmente Geiwitz aveva chiesto il 15%, ma si è poi reso conto che sarebbe stata una misura comunque inefficace.

Schlecker nel 2011 ha perso 200 milioni di euro; nel 2012, le perdite si aggireranno intorno ai 25 milioni. E pensare che, solo pochi anni fa, Schlecker era la più grande compagnia del settore nel continente. Fondata nel 1975 da Anton Schlecker a Ehingen, nel sud della Germania, la catena si era espansa anche all’estero, con filiali anche in Francia, Spagna e Italia. Nel 2008, Schlecker aveva oltre 14.000 filiali, 50.000 impiegati e un introito annuale di sette miliardi di euro.

Nei primi mesi del 2010, la compagnia aveva annunciato la chiusura di 500 punti vendita per problemi economici. Due anni più tardi, l’amministrazione ha dichiarato la bancarotta. L’amministratore Geiwitz, incaricato di gestire il fallimento della società, aveva avviato una riorganizzazione massiccia, chiudendo circa 2000 negozi a marzo e licenziando 10.000 impiegati. Decisioni che, in ogni caso, non hanno cambiato la storia di Schlecker, che da oggi dice definitivamente addio al mercato del lavoro.