Lo sapevate che…: 3 curiosità su Berlino 1936, L.Long e J.Owens, aspettando l’evento con G.Assandri
Motori accessi in vista di “Berlino 1936: Jesse Owens, Luz Long e quelle Olimpiadi che fecero la storia”, evento che si terrà il 28 aprile a Unna, alle 17.00, presso Il Centro per l’Informazione e l’Educazione (Zentrum für Information Bildung). Di sicuro molti di voi conoscono l’argomento, rimasto negli annali, ma sapevate che questa storia è ricca di dettagli conosciuti da pochi e che sono davvero interessanti?
Durante l’incontro Giuseppe Assandri, autore del libro “Berlino 1936. La storia di Luz Long e Jesse Owens”, non solo farà rivivere un evento sportivo di portata mondiale, ma regalerà aneddoti e curiosità sui due protagonisti di un’amicizia divenuta eterna, nonostantre il buio pesto della Germania hitleriana. Ad “alzargli la palla”, per usare una metafora sporitva, la co-editrice e direttrice del Mitte, Lucia Conti. La bravissima Clelia Tollot, inoltre, leggerà alcuni passaggi significativi del libro. Trovate qui l’evento Facebook ufficiale con tutte le informazioni.
Lo sapevate che… 3 curiosità sull’amicizia tra Luz Long e Jesse Owens
Nell’attesa di vedervi di persona a Unna, Giuseppe Assandri ha pensato di regalarvi tre spunti interessanti sulla bellissima storia di cui parleremo a Unna. Per chi volesse recuperare altri testi dell’autore, consigliamo anche il bellissimo “La rosa bianca di Sophie“, dedicato a Sophie Scholl. Ma veniamo alle tre curiosità!
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Curiosità n.1: sapevate che Luz Long fu uno dei primissimi atleti a sponsorizzare prodotti commerciali?
Alla fine dell’estate del 1934, una fotografia di Luz, mentre sorride al volante della DKW decappottabile rossa che il papà gli aveva appena regalato, fu utilizzata dalla Shell per pubblicizzare la sua benzina. Per Luz l’esperienza si ripetè dopo le olimpiadi, quando la sua immagine comparve sulle figurine pubblicitarie di una marca di sigarette, accanto a quelle di altri campioni che si erano distinti a Berlino. Si trattava dei primi esperimenti di quello che sarebbe diventato un inestricabile intreccio tra sport e il mondo commerciale.
Anche Jesse Owens giocò il ruolo di precoce “testimonial” per quello che sarebbe diventato un celeberrimo marchio sportivo. Adolf Dassler (detto “Adi”) e suo fratello Rudolf lo persuasero a indossare, per correre, le loro nuove scarpe chiodate, con strisce laterali. Le quattro medaglie d’oro di Owens accesero i riflettori sui fratelli Dassler e anche oltreoceano le loro scarpe andarono a ruba: quelle brandizzate da Adi si sarebbero chiamate Adidas e quelle di Rudolf Puma e il loro successo dura ancora oggi.
Sapevate che Luz Long consacrò la sua fama, diventando una stella dello sport tedesco, nella città di Torino?
Documentandomi per scrivere il libro, mi ha molto incuriosito sapere che Luz Long venne a Torino, la città dove vivo, per partecipare ai campionati europei, dal 6 all’8 settembre del 1934, nel nuovo stadio “Benito Mussolini”.
Le cronache del tempo sono molto scarne e anche il libro sulla carriera sportiva di Luz, scritto dal figlio Kai, non fornisce particolari, limitandosi a ricordare che l’atleta tedesco vinse la medaglia di bronzo saltando 7.25 m. Quello di Torino fu una tappa importante per il titolo di campione europeo ormai a portata di mano, con il quale Luz si sarebbe presentato alle Olimpiadi di Berlino del 1936.
Chissà come saranno state le giornate torinesi di Luz! Camminando intorno allo stadio, non lontano dagli stabilimenti Fiat del Lingotto, mi sono immaginato i pensieri e le emozioni che poteva aver provato l’atleta tedesco. Che impressioni aveva avuto della città? Intorno allo stadio c’erano le strade affollate, i tram e l’aria densa di fumi industriali, ma il centro era un’altra cosa per fortuna, allora come oggi. Ho provato a raccontare anche questo, nel libro, sempre attraverso gli occhi curiosi di Luz.
Sapevate che, senza l’aiuto di Luz, Jesse Owens probabilmente sarebbe stato eliminato prima di registrare il suo incredibile record nel salto in lungo?
Sulla sfida al cardiopalmo tra Luz e Jesse nel salto in lungo molto si è scritto e la domanda se Luz abbia veramente aiutato il suo avversario a qualificarsi non ha storicamente una risposta certa e definitiva. L’episodio fu riferito dallo stesso Jesse ed è contenuto nella biografia di Arturo Maffei, ma non è stato mai confermato da Luz.
Quel che è sicuramente documentato è la sequenza incalzante della gara e il suo epilogo, con gli atleti che percorrono il campo a braccetto e la celebre foto con i due sdraiati e sorridenti sul prato dell’Olympistadion. Che Luz abbia suggerito a Jesse di staccare di qualche centimetro prima di battere e saltare è coerente con il carattere dei protagonisti e la situazione del momento.
Che gara sarebbe stata la finale, senza poter sfidare alla pari il migliore? Luz non avrebbe voluto ottenere una facile vittoria senza dare tutto se stesso nella gara. “A volte fai solo quello che il tuo cuore ti dice di fare”: le parole di Luz valgono per l’abbraccio finale tra i due atleti, ma secondo me si adattano perfettamente anche all’aiuto prestato da Luz al suo avversario per qualificarsi. Anche Ragna Long, moglie di Kai e suocera di Luz, ha espresso le stesse considerazioni in un’intervista esclusiva concessa al Mitte.
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