La Germania è un Paese sicuro? Se ne parla su molteplici media nazionali, dopo la pubblicazione delle statistiche riguardanti la criminalità sul territorio nazionale, aggiornate al 2023. Dal rapporto, presentato martedì dalla Ministra degli Interni Nancy Faeser (SPD) e dal Presidente della Polizia Criminale Federale Holger Münch, emerge che il numero totale di reati registrati ha raggiunto il livello più alto dal 2016, attestandosi a 5,941 milioni di casi: si tratta, nel complesso, di un aumento del 5,5% rispetto all’anno precedente e del 9,3% rispetto all’ultimo anno pre-pandemia, ovvero il 2019. Questo paragone viene riproposto molto spesso, quando si parla di fenomeni sociali, dal momento che gli effetti della pandemia e dei lockdown sul tessuto sociale e sul proliferare dei reati violenti sono oggetto di svariati studi e analisi e c’è da aspettarsi che continuino a esserlo anche nel prossimo futuro.
Aumentano soprattutto i reati violenti
Le percentuali più dibattute e quelle che hanno suscitato maggiore preoccupazione sono, naturalmente, quelle che riguardano i crimini che hanno un impatto maggiore sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini, per esempio i reati violenti (rapine, aggressioni e reati sessuali), che hanno visto un incremento del 8,6%, ma anche i furti, che sono aumentati del 10,7%.
Naturalmente, le statistiche si basano sui reati registrati, ovvero quelli sui quali si è ufficialmente aperto un procedimento o che sono stati notificati alle forze dell’ordine.
Per quanto riguarda i perpetratori, si registra un aumento di stranieri fra i sospettati: la percentuale è cresciuta del 17,8%, contro l’1% in più registrato per i cittadini tedeschi. Nello specifico, i sospettati tedeschi sarebbero circa 1,32 milioni, mentre quelli non tedeschi sarebbero circa 923.000. La percentuale di non tedeschi tra tutti gli indagati, per tutti i tipi di reati, è aumentata di 3,7 punti percentuali, raggiungendo il 41,1%.
Preoccupa l’incremento della criminalità minorile
Il dato che, per molti, risulta in assoluto più allarmante riguarda però la fascia d’età dei presunti autori dei reati. C’è stato infatti un incremento del 43% per i minori di 14 anni e del 17% per i giovani sotto i 18 anni, rispetto ai livelli del 2019.
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Gli investigatori hanno attribuito questo preoccupante trend a diversi fattori. Tra questi, gli effetti che il brusco taglio dei contatti sociali durante la pandemia ha avuto su moltissimi giovani e bambini nell’età dello sviluppo. Lo stress familiare e psicologico subito durante la pandemia, abbinato a un ritorno alla normalità che li ha “catapultati” nuovamente nel mondo e in mezzo agli altri, potrebbe, secondo gli investigatori, aver influito sulla tendenza di alcuni minori a delinquere. Inoltre, l’impatto dell’inflazione e delle difficoltà economiche che stanno attraversando molte famiglie è un altro fattore che potrebbe aver contribuito all’aumento della criminalità.
Un piccolo spiraglio di speranza riguarda i casi di frode e criminalità informatica, che è diminuito nel corso del 2023. Questo potrebbe essere il risultato di migliori misure di sicurezza informatica, una maggiore consapevolezza tra i cittadini e un’azione più efficace delle autorità nel contrastare questi tipi di crimini.
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