Ex dipendente della Stasi sarà processato per omicidio dopo 49 anni

dipendente della stasi
Il valico di frontiera alla stazione di Friedrichstraße nel 1989, pochi giorni dopo l'apertura dei confini. Foto: Frits Wiarda, CC BY-SA 3.0 , via Wikimedia Commons

Un uomo di 79 anni di Lipsia sarà processato per un omicidio commesso, presumibilmente, 49 anni fa, quando era un dipendente della Stasi, la polizia segreta della DDR. Il caso riguarda la morte di un cittadino polacco, al quale l’imputato avrebbe sparato alla schiena presso l’ex stazione di confine di Friedrichstraße, in quella che allora era Berlino Est. Secondo l’accusa, l’uomo era stato incaricato di “neutralizzare” il polacco, il quale aveva precedentemente tentato di raggiungere Berlino Ovest usando, come elemento di distrazione, un finto ordigno esplosivo posizionato nell’ambasciata polacca.

Il dipendente della Stasi doveva “neutralizzare” il cittadino polacco

L’evento risale al 29 marzo del 1974. In quell’occazione, il Ministero della Sicurezza di Stato avrebbe deciso di autorizzare, almeno apparentemente, l’uomo a lasciare il Paese. I dipendenti della Stasi gli avrebbero fornito i documenti necessari ad attraversare la frontiera e lo avrebbero accompagnato alla stazione di Friedrichstraße per passare all’ovest. A questo punto, però, l’imputato avrebbe sparato intenzionalmente alla schiena dell’uomo, da un nascondiglio. Il suo compito sarebbe stato, secondo l’accusa, quello di “neutralizzare” il dissidente polacco.


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Su questo caso era già stata aperta un’indagine negli anni ’90, appena dopo la caduta del Muro e la dissoluzione della DDR. In quel periodo, infatti, erano numerose le inchieste sugli atti di violenza e gli omicidi ai danni di coloro che avevano cercato di attraversare il confine con l’ovest. Nel 1996, tuttavia, la Procura di Berlino archiviò l’indagine per mancanza di prove, non riuscendo a soddisfare i requisiti legali per un’accusa di omicidio premeditato.

Caso riaperto nel 2016

Secondo un portavoce delle forze dell’ordine, tuttavia, nel 2016 sarebbe arrivata una “soffiata”, che ha portato a una riapertura del caso e a un esame ulteriore dell’archivio della Stasi, che è poi risultata in una riapertura del caso. Dal momento che il reato di omicidio premeditato non va in prescrizione, quindi, il 79enne andrà a processo, anche se ancora non è nota la data della prima udienza.

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