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Merz torna a parlare di immigrazione: ridurre le prestazioni sanitarie a chi deve lasciare il Paese

Il leader della CDU, Friedrich Merz, non si è lasciato turbare dalle critiche alle sue esternazioni circa le prestazioni sanitarie fornite in Germania ai richiedenti asilo che vengono respinti. Dopo essere stato accusato di diffondere informazioni false a proposito degli immigrati che “si rifanno i denti a spese dello Stato”, Merz ha risposto argomentando ulteriormente sulle prestazioni sanitarie a chi non ha diritto di restare nel Paese.

Prestazioni sanitarie per chi non ha ottenuto l’asilo: per Merz dovrebbero essere ritardate di tre anni

Per il leader cristiano-democratico, è soprattutto una questione di temi. Attualmente, in Germania, circa 300.000 persone sono soggette all’obbligo di lasciare il paese, perché la loro richiesta di asilo è stata respinta. Di queste, circa 248.000 hanno la cosiddetta “Duldung”, uno status che si potrebbe tradurre con “presenza tollerata” nel Paese. Le persone che rientrano in questa categoria hanno l’obbligo di lasciare il paese, ma non possono essere espulse nell’immediato per motivi specifici riconosciuti dallo Stato. Durante i primi 18 mesi del loro soggiorno, queste persone godono solo di un diritto limitato all’assistenza sanitaria e non sono coperte dalle prestazioni dell’assicurazione sanitaria obbligatoria. Tuttavia, dopo questo periodo di attesa, vengono inclusi nei fondi di assicurazione sanitaria obbligatoria e ricevono prestazioni simili a coloro che hanno tale assicurazione.


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Secondo Merz, tale stato di cose equivale a invitare gli irregolari a trattenersi il più possibile in Germania, per arrivare a godere di vantaggi sempre maggiori. Per questo, sostiene il leader della CDU, il periodo di non copertura andrebbe esteso da 18 mesi ad almeno tre anni, riducendo così l’incentivo a rimanere nel Paese in assenza di un permesso di soggiorno permanente.

Critiche anche al welfare erogato in contanti: l’FDP chiede carte prepagate

Contro il welfare applicato ai rifugiati si scagliano anche i liberali dell’FDP, che si concentrano però sul modo in cui vengono erogati loro gli aiuti. In particolare, il capogruppo parlamentare dell’FDP, Christian Dürr, ha chiesto che i Länder sostituiscano i contanti con le carte prepagate e all’erogazione diretta di beni e servizi e ha auspicato che tale modifica possa essere adottata entro la prossima conferenza dei presidenti dei ministri prevista per il 6 novembre. Questa idea trova ampio consenso all’opposizione, per esempio fra le fila della CDU/CSU, ma, fino a questo momento, non è stata attuata.

Il presidente del Landkreistag tedesco, Reinhard Sager (CDU), ha evidenziato la necessità per la Germania di rivedere le sue politiche di prestazioni sociali, confrontandole con quelle di altri Stati dell’UE. Mentre la CDU/CSU e l’FDP hanno a lungo sostenuto la sostituzione delle prestazioni in denaro con prestazioni in natura, i Verdi la sinistra in generale sono critici riguardo a questa proposta che, sostengono, costituirebbe un notevole onere amministrativo per il Paese, senza portare alcun cambiamento significativo, poiché, ritengono, non è il fatto che le prestazioni sociali siano erogate in contanti a costituire un fattore di attrazione per l’immigrazione in Germania

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