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L’impatto della guerra in Ucraina sugli estremismi in Germania: destra, sinistra e islamisti

Martedì, la senatrice agli interni Iris Spranger (SPD) ha presentato a Berlino il nuovo rapporto sulla protezione della Costituzione, che contiene l’analisi dei servizi segreti sull’impatto che la guerra in Ucraina ha avuto sugli estremismi in Germania. A divulgare per primo i risultati contenuti nel documento è stato BZ e i dati confermerebbero un’influenza decisiva del conflitto, nelle dinamiche in campo.

Come la guerra in Ucraina influenza gli estremismi in Germania

Il quadro è molto dettagliato, ma quello che balza agli occhi è come la guerra in Ucraina abbia radicalizzato le posizioni dei gruppi che già avevano un’impostazione estremistica, siano essi di destra, di sinistra o di matrice religiosa. “I nemici della Costituzione si sono posizionati a fianco di ciascuna delle due parti in guerra e hanno incorporato nella loro propaganda le cause del conflitto, il suo svolgimento e le sue conseguenze”, si legge nel rapporto dei servizi segreti. Anche all’interno della stessa “fazione”, tuttavia, ci sono differenze di posizionamento, rispetto al conflitto. Di seguito un’analisi più dettagliata della situazione, prendendo in esame vari tipi di estremismi.

Estremisti di destra

Nello spettro della destra, la scena si presenta divisa, rispetto al tema. Gli esponenti della “Nuova destra” e parte dell’NPD supportano la Russia, Paese in cui vedono “un alleato contro la democrazia occidentale”. Anche i Reichsbürger, i cosiddetti “cittadini del Reich”, e i Selbstverwalte, i cosiddetti “autogovernanti”, supportano Mosca e si possono considerare come dei portavoce e dei moltiplicatori della relativa propaganda.

Il partito “Der III. Weg” (dominante, a Berlino, con un numero crescente di membri e sostenitori), si colloca invece a fianco dell’Ucraina, considerandola parte dell'”Europa bianca” e quindi Paese da difendere, nella lotta contro un “impero multietnico alieno”.

Più in generale, tra chi delegittima lo Stato, la guerra è stata inglobata in una narrativa complottistica su un presunto “Stato profondo”, intento a condurre una “guerra totale contro i popoli” e a perseguire l’espansione della Nato, seguendo gli imperativi di un’agenda che avrebbe già incluso il cosiddetto “totalitarismo del Coronavirus”.


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Estremisti di sinistra

Anche a sinistra, secondo l’Ufficio per la protezione della Costituzione, non ci sarebbe una posizione unitaria, sull’argomento. Da una parte, infatti, la Russia sarebbe attaccata in quanto Paese invasore, dall’altra verrebbero invece aspramente criticate le potenziali reazioni della NATO, le forniture di armi all’Ucraina e, in merito alla situazione tedesca, il previsto riarmo della Bundeswehr.

I fondamentalisti islamici

Un discorso a parte va fatto per i jihadisti, che vedono nella guerra in Ucraina un fattore di destabilizzazione dell’occidente, che potrebbe aprire un varco utile a pianificare attacchi. Un portavoce del sedicente Stato Islamico (Isis), ad esempio, ha recentemente dichiarato che gli “infedeli” in Europa sarebbero disuniti, divisi e preoccupati per se stessi, a causa della guerra, e ha di conseguenza invitato a compiere attentati esattamente in questo momento. Secondo il rapporto, tuttavia, non ci sarebbero state reazioni concrete a questo appello, da parte della scena islamista di Berlino.

Il conflitto ha invece maggiore impatto all’interno della “scena islamista del Caucaso settentrionale“, dove, esattamente come nel caso del conflitto ceceno, lo scontro più acceso è tra sostenitori di Putin e jihadisti salafiti filo-ucraini.

Il disegno dei “nemici della Costituzione”: avviare proteste di massa e scuotere la fiducia nella democrazia

Il rapporto dei servizi segreti sulla correlazione tra conflitto in Ucraina ed estremismi presenti sul suolo tedesco, mostra infine un ulteriore dato. I “nemici della Costituzione” avrebbero cioè tentato di presentare la guerra in Ucraina e la precedente pandemia quali prove di un presunto fallimento dello Stato e della democrazia, sperando, sull’onda di questa “convergenza di crisi”, di “scuotere definitivamente la fiducia della popolazione nelle istituzioni e nei processi democratici”. In base al rapporto dei servizi segreti, nessuno dei due obiettivi sarebbe stato raggiunto.

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