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Bad Belzig: storia di streghe e di conquiste

Contributo e fotografie a cura di Stefano Comi (Sito ufficiale, Pagina Facebook)

Ci sono paesi e regioni che sembrano essere vittime di un destino sfavorevole e ripetitivo difficile da cambiare. Una condizione che si potrebbe associare senza dubbio alla cittadina di Belzig, solo dal 2010 ribattezzata in Bad Belzig. Situata a meno di un’ora a sud-ovest di Berlino, citata per la prima volta nei documenti ufficiali come Belici, insediamento della tribù slava dei Beloti, nel 997, dopo la morte dell’ultimo Conte slavo a metà del XIII secolo, la cittadina passa a duchi sassoni impegnati in un lungo conflitto con i Vescovi di Magdeburgo, i quali fanno incendiare per la prima volta le sue campagne danneggiando in parte anche la cittadina e la fortezza.

Foto di Stefano Comi

Dopo questo episodio, la cittadina viene allargata e la sua fortezza ricostruita. Ospite d’onore nella Marienkirche nel 1530, sarà Martin Luther che qui predicherà la sua nuova dottrina. Una periodo di prosperità che durerà poco, perché nel corso di una delle tante guerre fra protestanti e cattolici, Belzig verrà di nuovo conquistata e parzialmente distrutta dalle truppe spagnole nel 1547.

Foto di Stefano Comi

La strega di Belzig

La storia si ripete, la cittadina e il castello vengono pazientemente ricostruiti, pronti per essere quasi completamente distrutti, questa volta dai mercenari svedesi durante la guerra dei trent’anni. È a questo punto che la storia prende un risvolto grottesco. Una donna, certa Hedwig Rösemann, viene accusata di stregoneria, imprigionata e sorvegliata dalle guardie fatte venire apposta da Niemegk per assicurarne la custodia.

Foto di Stefano Comi

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A denunciarla saranno David Schmidt, Peter Altkirchen, Andreas Heinrich, Peter Thiele, rispettabili abitanti di Belzig, che l’accusano di aver evocato gli spiriti maligni, di aver causato, con atti di stregoneria, la morte della signora Altkirchens e del figlio di David Schmidt. Inoltre, la donna avrebbe indotto con le sue arti magiche, dei forti dolori (probabilmente gotta) ad Andreas Heinrichen e al figlio, stregato la moglie di Peter Thielen e la scrofa di suo padre, che ora cammina zoppa e lenta. Oltre a ciò avrebbe stregato la mucca di Peter Altkirchen dopo che la moglie le aveva rifiutato i graspi della lavorazione della birra.

Foto di Stefano Comi

Ovviamente ci fu chi prontamente testimoniò di averla vista accoppiarsi più volte col demonio in persona. Torturata per ben due volte, la condanna a morte sul rogo emessa dal tribunale guidato dall’esattore delle tasse Nicolaus Fügmann, venne confermata dalla Facoltà di Giurisprudenza di Wittenberg, la cittadina dove Martin Luther il 6. Maggio 1526 aveva predicato: “È una legge giustissima che le streghe debbano essere uccise, perché fanno molto male, che a volte viene ignorato, perché possono rubare latte, burro e tutto da una casa… Possono fare un incantesimo su un bambino… Inoltre possono produrre malattie misteriose nel ginocchio umano, che il corpo si consuma … Quindi siano messe a morte, non solo perché fanno del male, ma anche perché si associano a Satana”. (Luther. Predigt am 06. Mai 1526. WA 16,551 f.).

Foto di Stefano Comi

La guerra, la DDR e la modernità: nascita di Bad Belzig

Facciamo un salto al 1934, quando alla periferia di Belzig apre una fabbrica di munizioni e, con l’inizio della guerra, un campo di concentramento con 750 prigioniere, per lo più dei Paesi dell’Est europeo, costrette ai lavori forzati, chi si ammala viene assassinato. A guerra finita, Belzig farà parte della Germania orientale (DDR) e qui aprirà la “Zentralschule der Gesellschaft für Sport und Technik Etkar André”, una copertura per la scuola di agenti segreti operanti all’estero.

Foto di Stefano Comi

Dopo la caduta del muro, la comunità di Belzig si sforza di liberarsi da quella che sembra una nuvola cupa che domina la città. Grazie alla sua posizione geografica viene eletta a luogo di cura, si costruisce una circonvallazione che porta il traffico di passaggio lontano dal centro abitato, nel 2002 apre un bagno termale, elevando così la cittadina e centro di bagni termali ufficialmente riconosciuti e per questo nel 2010 viene autorizzato il cambio del nome in Bad Belzig.

Foto di Stefano Comi

Si mette mano alla ricostruzione del palazzo comunale, danneggiato in un incendio durante il periodo della DDR, gli edifici notevoli del centro storico vengono risanati, sui luoghi del terrore nazionalsocialista si curano monumenti e documentazioni, il castello e la cappella adiacente sono ripuliti, rimessi a nuovo e aperti al pubblico, nelle vie del centro storico aprono ristoranti di discreta qualità, timide boutique. Non manca una vetrina con devozionalie della ex – DDR.

Foto di Stefano Comi

Come arrivare a Bad Belzig: R7 da Banhof Zoo in meno di un’ora.
In automobile: digitare sul navigatore: Bahnhofstraße 3, 14806 Bad Belzig. Parcheggi gratuiti. Buona passeggiata

Foto di Stefano Comi

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