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L’autunno caldo delle proteste: in 100.000 in piazza contro inflazione, misure anti-Covid e guerra

L’autunno caldo delle proteste, paventato tempo fa dalla ministra dell’interno Nancy Faeser (SPD) sembra essere arrivato in Germania – più in termini di numeri che di veemenza delle manifestazioni. Lunedì, infatti, oltre 100.000 persone hanno preso parte a decine manifestazioni in Turingia, Sassonia, Sassonia-Anhalt, Brandeburgo e Meclemburgo-Pomerania Anteriore. Sono stati quindi soprattutto i Länder dell’est a mobilitarsi, nel giorno delle celebrazioni dell’unità nazionale, per esprimere la propria contrarietà alle politiche del governo Scholz in materia di gestione della pandemia, gestione della crisi energetica e, soprattutto, gestione della posizione tedesca rispetto al conflitto fra Russia e Ucraina.

A una delle proteste ha partecipato anche Björn Hocke di AfD

I dati sui partecipanti sono stati resi noti martedì dalle varie autorità locali. Solo in Turingia, si sarebbero ben 42 manifestazioni, che hanno coinvolto circa 38.000 persone. A Gera, a una manifestazione con 10.000 persone ha partecipato anche il leader di AfD Björn Höcke. In Sassonia-Anhalt, il Ministero degli Interni ha parlato di 14.600 partecipanti, distribuiti su circa 45 raduni. In Sassonia i raduni sarebbero stati 109 e, secondo il Ministero dell’Interno, vi avrebbero partecipato circa 32.000 persone. A Lipsia, invece, una manifestazione con oltre 10.000 persone ha attraversato il centro con striscioni che invocavano “pace, libertà e autodeterminazione”.


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Più vicino alla capitale, nel Brandeburgo, le forze dell’ordine parlano di 35 manifestazioni con un totale di circa 10.500 partecipanti. Il Brandeburgo è uno dei pochi stati in cui sono stati registrati meno partecipanti rispetto alla settimana scorsa (13.000). Anche a Francoforte sull’Oder si sono registrate numerose proteste e i manifestanti sono scesi in strada con bandiere tedesche e russe.

Le forze dell’ordine locali riferiscono di manifestazioni che avrebbero coinvolto partecipanti provenienti tanto dagli ambienti della destra estrema che della sinistra, proprio come avvenuto negli ultimi due anni per le proteste contro le politiche del governo in materia di Covid-19.

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