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Gassi al Mendelssohn-Bartholdy-Park di Berlino: il parco che un tempo era un porto!

Di Merlin, Elena e Paolo Brasioli. Disegni di Paolo Brasioli

Oggi, meine Freunde, per il mio Gassi si va al porto! Ah no, scusate, si va al parco! Insomma dai… andiamo in un bel posto! Sì, perché il bacino del porto cittadino di Schöneberger si affacciava, fino a circa 60 anni fa, come un’insenatura sul canale Landwehr, tra Köthener Straße e Schöneberger Straße. Dove ora c’é invece, appunto, il parco cittadino Mendelssohn-Bartholdy-Park, nel distretto di Kreuzberg. Quindi dai… scopriamone insieme la storia.

Mendelssohn-Bartholdy-Park: il parco che un tempo era un porto!

Il porto, a carattere logistico e commerciale, fu messo in funzione nel 1853 e quindi poco dopo la costruzione e il completamento del canale Landwehr, negli anni 1850-1852, progettato dall’architetto del paesaggio Peter Joseph Lenné (1789-1866), nell’allora Friedrichsvorstadt. Era pertanto il porto più antico di Berlino. Si presentava come un grande invaso d’acqua, a forma di rettangolo. Aveva una lunghezza media di 130 metri, una larghezza di 90 metri e aveva un collegamento ferroviario, strade di carico e comode aree di stoccaggio tutto intorno.

Soprattutto, nelle immediate vicinanze, erano presenti le importanti stazioni ferroviarie della Potsdamer Bahn e della Anhalter Bahn che hanno reso il porto attraente e comodo come stazione di interscambio.

Mendelssohn-Bartholdy-Park
di Paolo Brasioli

Il lento declino del porto, fino alla sua scomparsa

Intensi traffici di materiali e mercanzie animavano questa zona e tante chiatte fluviali vi attraccavano e ripartivano! Il porto, però, perse la sua importanza economica già pochi anni dopo l’inaugurazione, poiché i carichi delle navi erano diventati rapidamente più grandi e i tempi di trasbordo erano diventati sempre più brevi. Inoltre, la lunghezza degli ormeggi non era più sufficiente e le operazioni di carico sono state successivamente effettuate anche su tutto il canale Landwehr, influenzando anche il traffico di passaggio.

Dopo appena 40 anni, a partire dagli anni successivi al 1890, i processi di carico furono finalmente effettuati nel principale porto urbano, a pochi chilometri di distanza. E così l’ampio bacino del porto di Schöneberg fu abbandonato, dismesso e poi interrato, spianato e di fatto “cancellato” nel 1960.

Mendelssohn-Bartholdy-Park: l’area verde che prende il nome da un genio della musica

Oggi, sul sito, si trova il Mendelssohn-Bartholdy-Park. Anche la Uferstraße Hallesches Ufer non poté essere estesa, fino al 1960, da Schöneberger Straße a Köthener Straße, attraverso l’ex sito del porto. L’ex porto è ancora però ricordato dalla forma ampia e lunga e dalla fila di alti platani, costeggianti la strada che si chiama ancora Hafenplatz, e che originariamente era una piazza e formava il confine nord-orientale del bacino del porto.

Mendelssohn-Bartholdy-Park 2
di Paolo Brasioli

Il Mendelssohn-Bartholdy-Park, quindi, è un’ampia ed elegante area verde vicino all’omonima stazione U-bahn della U2. È stato creato tra il 1960 e il 1967 secondo i piani di O. Longhardt, H. Preuß, K. Schaller ed E. Schmäls. Prende il nome dal geniale compositore e musicista Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-1847), la cui famiglia risiedeva nella zona. Una stele, di fatto una grande roccia rossa, riporta un bassorilievo con il profilo del giovane musicista e la sua svolazzante firma incisa! L’artista è inoltre sepolto non lontano da qui!

L’area, di circa due ettari, è costituita da un prato centrale e alberi tutti intorno. Ad attraversare il parco c’è un comodo sentiero, lastricato con pietrone quadrate e affiancato da qualche alberello. Nella metà destra ci sono un parco giochi di sabbia, con 2 tavoli da ping-pong, e un’aiuola di rare e profumate rose con una sorta di scogliera lavorata, gestita dal distretto di Friedrichshain-Kreuzberg come monumento naturale. Numerose panchine, per godere del verde da seduti, si trovano sul sentiero anulare. Qui c’è una fitta piantagione di alberi, arbusti e cespugli, sotto i quali è consueto vedere lepri e leprotti che giocano e corrono!


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Prima che il porto scomparisse definitivamente e la distesa di binari ferroviari intorno fosse inghiottita e sparisse, l’atmosfera del dopoguerra della spianata del porto è stata catturata dagli struggenti versi del poeta e drammaturgo tedesco Günter Eich (1907-1972), che parla di questo spiazzo del porto, con gabbiani urlanti e le chiatte che passano mezze vuote, di onde che muovono alghe, di un vento notturno e freddo che ghiaccia il viso e del palo di una lanterna che ondeggia nel canale Landwehr! Sehr suggestiv!

Il mio Gassi, ist fertig für heute, e mi avvio quindi verso il cancello d’uscita, respirando questa aria intrisa di profumi di piante e fiori. Girandomi per un attimo verso la radura del parco per un’ultima occhiata, però, mi pare di sentire una dolce ed elegante musica sfiorare le chiome degli alberi, alzarsi da dietro le siepi, accarezzare le rose e librarsi verso il cielo pieno di sole. Ma sì, è l’allegretto grazioso “Frühlingslied”, opera 62 numero 6, per pianoforte, del Maestro Jakob Ludwig Felix Mendelssohn Bartholdy. La musica, gioiosa e molto romantica, come tutto il suo repertorio, del resto, accompagna i miei passetti e mi saluta! Alles ist sehr schön hier. Tschüss!

L’autore: Architetto Paolo Brasioli – Quattro | architectura

Provenendo da una famiglia di artisti veneti, Paolo Brasioli è stato influenzato presto dal ricco patrimonio culturale e artistico italiano. Fondamentale è stata l’influenza di suo padre, Alfredo Brasioli, rinomato fumettista, illustratore e grafico italiano.

Il suo lavoro fino ad oggi si è concentrato sulla costruzione di hotel di alta qualità e sull’interior design per abitazioni, hotel e strutture di gastronomia e benessere, così come sulla creazione di mobili, lampade, accessori e arte.

Ha lavorato con rinomate compagnie e gruppi alberghieri come Best Western, Crowne Plaza, Falkensteiner, Hilton, Hyatt, Le Meridien, Leonardo Hotels, Marriott, NH Hotels, Rocco Forte Hotels e Sheraton. Molte delle sue creazioni sono state esposte in rinomate fiere d’arte e di design.

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