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Di nuovo chiuso il gasdotto Nord Stream 1. Le forniture dovrebbero riprendere il 3 settembre

Da mercoledì mattina, attraverso il gasdotto Nord Stream 1 non passa più il gas diretto dalla Russia alla Germania. Ancora una volta, secondo l’azienda russa Gazprom, che gestisce la fornitura, si tratta di un intervento di manutenzione dell’unica turbina rimasta presso la stazione di compressione di Portovaya, che si trova a monte del gasdotto. La durata prevista dei lavori e quindi della sospensione delle forniture di gas, questa volta, è di tre giorni, con ripresa del flusso di gas annunciata per il 3 settembre.

La Germania non crede ai lavori di manutenzione del gasdotto Nord Stream 1

Le autorità tedesche hanno da tempo espresso il proprio scetticismo rispetto alla legittimità delle cause che vengono addotte per l’interruzione del flusso di gas attraverso la grande infrastruttura del Mar Baltico. Il capo dell’Agenzia Federale per le Reti, Klaus Müller, per esempio, ha definito “tecnicamente incomprensibili” tali lavori di manutenzione e “pretestuosi” i riferimenti alle turbine Siemens Energy. Proprio la mancanza delle turbine era stata recentemente citata da Gazprom per giustificare il fatto che il gasdotto lavorasse al 20% della sua capacità.


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Non è la prima volta che Nord Stream 1 viene chiuso completamente e, come in precedenza, i dubbi sulla sua riapertura serpeggiano in Germania, gettando non poche ombre sui tentativi del governo di assicurare al Paese una fornitura di gas sufficiente ad affrontare l’inverno. Sulla stampa, a seconda del colore politico e dell’orientamento, si specula sulle possibili prossime mosse del governo russo e di Gazprom, il che contribuisce non poco a creare un clima di incertezza e ad aumentare la pressione sul governo tedesco rispetto alle politiche energetiche. Nel frattempo, a ogni interruzione annunciata i prezzi del gas sul mercato salgono, per poi ribassarsi se le forniture riprendono, ma con il rischio di impennate in caso di ritardi o interruzioni prolungate.

Il portavoce del Cremlino: “La Russia è un partner affidabile”

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, per contro, ha ribadito martedì che la Russia è un fornitore affidabile e che gli accordi e gli obblighi contrattuali saranno rispettati e ha recisamente negato una motivazione politica dietro l’interruzione della fornitura, attribuendola invece a problemi tecnici causati dall’Occidente tramite la politica di sanzioni contro la Russia. Nel frattempo, le aziende che hanno contratti di fornitura con Gazprom, come la tedesca Uniper, vedono una riduzione nelle forniture pari a circa l’80% e un palese non adempimento delle condizioni contrattuali, ma esitano a parlare apertamente di violazione dei termini, limitandosi a sostenere che le ragioni tecniche addotte per la riduzione dei flussi di gas non siano plausibili.

Altre interruzioni previste per i prossimi mesi

Secondo le informazioni diffuse da Gazprom, l’ultima turbina rimasta nella stazione di compressione di Portovaya deve essere sottoposta a manutenzione ogni 1000 ore di lavoro. Questo vorrebbe dire che, probabilmente a metà ottobre, la Germania potrà aspettarsi un’altra interruzione simile a quella attuale – accettando come verosimili le motivazioni presentate dall’azienda e ammesso che le condizioni dell’infrastruttura restino invariate.

In Germania, intanto, le aziende deputate allo stoccaggio del gas prevedono che le loro strutture possano continuare ad accumulare riserve anche senza le forniture russe. L’associazione industriale Initiative Energien Speichern (INES, che si occupa appunto di stoccaggio del gas) sottolinea che il volume di stoccaggio giornaliero, attualmente, è di svariate volte superiore alla quantità consegnata attraverso Nord Stream 1. Recentemente il livello dei siti di stoccaggio è stato stimato all’83%, con la previsione di arrivare a riempirli all’85% entro gli inizi di settembre e al 95% per il primo di novembre. Gli obiettivi, fanno sapere le aziende, sono impegnativi e potrebbero essere difficili da realizzare senza il gas russo.

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