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Gerhard Schröder lascia il consiglio di sorveglianza della società russa Rosneft

La presenza dell’ex cancelliere Gerhard Schröder ai vertici dell’azienda statale russa Rosneft è, dall’inizio della guerra in Ucraina, uno dei motivi di maggior imbarazzo per l’SPD e per la Germania in generale. Nonostante le minacce di espulsione, le veementi critiche e le blande sanzioni (giovedì la commissione per il bilancio del Bundestag ha tagliato i fondi per coprire il suo staff e le spese del suo ufficio, ma non la pensione e la scorta), i legami anche formali di Schröder con i pilastri del potere politico ed economico russo non hanno subito particolari modifiche, fino a questo momento, né l’ex cancelliere ha mai preso le distanze dalle azioni belliche di Putin. La situazione sembra però sul punto di cambiare: la compagnia petrolifera Rosneft, il cui proprietario di maggioranza è il governo russo, ha ora annunciato che Schröder non intende rinnovare il proprio mandato di capo del consiglio di sorveglianza. Sulle motivazioni di questa scelta non sono stati forniti dettagli.

Anche un altro uomo d’affari tedesco lascia Rosneft

A far capitolare l’ex cancelliere dell’SPD, dopo mesi di pressioni, potrebbe essere stata la richiesta di giovedì scorso del Parlamento Europeo di inserirlo fra i destinatari delle sanzioni previste per gli oligarchi russi, molte delle cui proprietà in Europa sono già state sequestrate.

Schröder non sarà l’unico tedesco ad abbandonare una posizione di rilievo all’interno del consiglio di sorveglianza di Rosneft: insieme a lui, infatti, se ne andrà anche anche Matthias Warnig, capo della società che gestisce il controverso progetto Nord Stream 2.


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Schröder non commenta, ma si oppone ai tagli alle sue spese d’ufficio

Schröder non ha ancora commentato l’abbandono di Rosneft, ma ha annunciato di aver commissionato una revisione dell’ammissibilità legale dei tagli alle sue spese d’ufficio decretati della commissione per il bilancio del Bundestag. I tagli, occorre precisare, pur arrivando dopo settimane di minacce e pressioni, non sono ufficialmente indicati come una conseguenza della continuata vicinanza fra Schröder e il governo russo, ma sono stati motivati con il fatto che l’ex cancelliere non stava più svolgendo mansioni legate alla sua precedente carica.

L’abbandono della società petrolifera russa non rappresenta, comunque, una rescissione dei legami fra l’ex cancelliere e il Cremlino: Gerhard Schröder ricopre ancora posizioni di primo piano nei progetti Nord Stream e Nord Stream 2, entrambi gasdotti per il gas naturale che attraversano il Mar Baltico e collegano Russia e Germania.

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