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Il parlamentare Tareq Alaows accusa la polizia di Berlino di razzismo: “io, oggetto di racial profiling”

Il parlamentare dei Verdi Tareq Alaows accusa la polizia di Berlino di razzismo, in seguito a un episodio che il politico, in un Tweet, ha definito di “racial profiling”. Con questo termine si intende la tendenza, specificamente fra le forze dell’ordine, a riservare un trattamento diverso ad alcune persone in base alla loro etnia, sottoponendole, per esempio, chi ha un aspetto mediorientale a molti più controlli di quanto non capiti a una persona percepita come caucasica.

Perquisito indebitamente alla stazione di Friedrichstraße

“Sono stato fermato alla stazione S-Bahn di Friedrichstraße. Il motivo: non si poteva escludere un pericolo. [I poliziotti] dovevano cercare oggetti pericolosi e controllare la mia carta d’identità. Ecco il mio aspetto” ha dichiarato Alaows su Twitter, allegando la propria foto “Come si può determinare un pericolo sulla base di questo?”. Il politico ha poi dichiarato alla testata T-online che episodi simili gli sono accaduti più volte anche in passato e che intende presentare una denuncia. Inoltre, nonostante gli agenti avessero dichiarato di essere autorizzati a perquisirlo, Alaows ha ribattuto che questo non era possibile senza un mandato di perquisizione. “Questo è quello che accade continuamente ai migranti” ha affermato.


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Tareq Alaows è diventato noto al grande pubblico non solo tedesco, ma internazionale, per essere stato il primo rifugiato siriano a candidarsi a un’elezione politica nel Paese di accoglienza – anche se, prima delle elezioni del Bundestag di settembre, ha dovuto ritirare la sua candidatura a causa della valanga di insulti e minacce di stampo razzista ricevute. Attualmente è il portavoce del gruppo di lavoro federale dei Verdi sulla migrazione e i rifugiati.

Il racial profiling è incompatibile con i valori della Costituzione tedesca

Non è la prima volta che si affronta il problema del racial profiling nelle attività delle forze dell’ordine tedesche. La pratica è infatti talmente nota da essere stata oggetto di uno dei video di una campagna che il Ministero dell’Interno ha dedicato ai valori della Costituzione tedesca nel 2019. Nel video si mostrano due agenti di polizia accostarsi a un gruppo di giovani per un controllo dei documenti, rivolgendosi però esclusivamente all’unico ragazzo non bianco della compagnia, parlandogli come se non capisse il tedesco. A quel punto, la Costituzione, personificata da un inquietante libro antropomorfo, castiga gli agenti prendendo a manganellate la loro auto.

Che sia quindi illegittimo, secondo il diritto tedesco, presumere la maggiore pericolosità di una persona in base alla sua appartenenza etnica è fuor di dubbio. Che la pratica non sia ancora in voga, secondo le dichiarazioni di Tareq Alaows, non è affatto scontato.

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