Simboli religiosi vietati ai dipendenti pubblici in Germania? È polemica

simboli religiosi

Finora ignorato dall’opinione pubblica, un nuovo emendamento alla legge sui dipendenti pubblici in Germania rischia di causare aspre polemiche, poiché alcuni gruppi potrebbero considerarlo come una limitazione della libertà religiosa.

L’emendamento in questione punta a regolare l’aspetto dei pubblici ufficiali, dai dipendenti degli uffici pubblici fino ai membri delle forze armate, e contempla la possibilità di vietare l’utilizzo di simboli religiosi e ideologici che possano in qualche modo minare la fiducia del cittadino nei confronti del pubblico ufficiale e del servizio che svolge.


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L’emendamento proposto alla legge federale che regola aspetto e comportamenti dei pubblici ufficiali, stabilisce che questi devono dimostrare rispetto e considerazione per la fiducia che il pubblico ripone nel loro ufficio ed esprimere tale rispetto anche nel modo di apparire, quando sono nell’esercizio delle proprie funzioni. Questo porterebbe alla possibilità di proibire l’uso di alcuni articoli di abbigliamento, gioielli, simboli e tatuaggi visibili. Le polemiche in merito sono sorte dal sospetto che possa trattarsi di un modo per far rientrare “dalla porta di servizio” il divieto per le donne musulmane di indossare il velo nei contesti regolati dalla legge in questione e quindi, di fatto, escluderle da alcuni uffici.

Va comunque specificato che il testo della legge specifica che “le caratteristiche dell’aspetto con connotazioni religiose o ideologiche […] possono essere limitate o proibite solo se sono obiettivamente suscettibili di compromettere la fiducia nello svolgimento neutrale delle funzioni del funzionario“.

Nel testo vero e proprio della legge non si menziona il velo islamico, che viene però elencato, insieme alla croce cristiana e alla kippah ebraica, fra i simboli religiosi il cui uso potrebbe essere ristretto, nella relazione di accompagnamento alla proposta di legge (specificamente a pagina 42. Il testo completo è disponibile qui). Le polemiche, come è facile immaginare, sorgono dal fatto che questo tipo di divieto, in alcune delle interpretazioni e applicazioni pratiche che ne verranno date, possa rappresentare una limitazione della libertà religiosa, che è protetta dalla legge tedesca.


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Le discussioni su questa proposta di emendamento, che per ora non hanno raggiunto la maggioranza dell’opinione pubblica tedesca, restando prevalentemente in ambito giuridico e sui media di riferimento della comunità musulmana, vertono sui sottintesi e sulle possibili interpretazioni della legge, ma anche sul diritto del governo federale di legiferare su aspetti della pubblica amministrazione che dovrebbero essere costituzionalmente demandati ai Land.

In particolare, si contesta il fatto che dall’utilizzo di un articolo di abbigliamento che richiama un’appartenenza religiosa sia legittimo fare inferenze sul carattere della persona, fino al punto da ritenere che questa possa compromettere, nell’esercizio delle sue funzioni, la neutralità dello Stato.

Il disegno di legge è stato menzionato brevemente (ma non discusso) al Bundestag il 4 marzo scorso ed è attualmente in esame presso le commissioni dell’Interno, Legale e della Difesa.

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