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Come trascorro la quarantena, #WirBleibenZuhause: Stefania Migliorati, artista visiva

Come trascorro la quarantena, #WirBleibenZuhause: Stefania Migliorati, artista visiva

a cura di Gabriella Di Cagno

Abbiamo intervistato alcuni italiani a Berlino, creativi e professionisti, chiedendo loro di rispondere brevemente a poche domande standard. Le risposte ci restituiscono la “fotografia” di una comunità che sta mostrando il volto migliore della socialità digitale e sfruttando al meglio le proprie risorse intellettuali. Speriamo che i lettori trovino nuovi spunti e che vogliano partecipare a questo dialogo con commenti sulla propria esperienza personale in tempi di pandemia CoronaVirus.

Stefania Migliorati
Nata a Clusone l’11 luglio 1977
a Berlino dal 2008
Attività: artista visiva

Stefania Migliorati
Stefania Migliorati

Come trascorri il tuo tempo quotidiano in quarantena?

Pappa, pupu, pipi, nanna, mamma, pappa, pupu, pipi, nanna, dada, pappa, pupu, pipi, nanna, mamma e via dicendo.
Sono diventata mamma da poco tempo, per cui i tempi scanditi del vivere di tutti i giorni non sono cambiati molto. La maggior parte del tempo la passo con Viola. Stare in casa non è una fatica, con lei così piccola. Le circostanze mi concedono il lusso di guardarla crescere.
Allo stesso tempo il lavoro è essenziale e riesco ogni giorno per qualche ora ad andare in studio, che non è molto lontano da casa. In quel tragitto di dieci minuti in bicicletta trovo una città diversa. Le file a distanza davanti ai ristoranti o ai portoni per affittuari in cerca di casa. Figure uniche che camminano mascherate. Il vuoto. Il silenzio.
In studio e poi di ritorno a casa raccolgo le mie riflessioni che cerco di sintetizzare in nuovi lavori.
Infine bagnetto, pappa e nanna.

Quali nuove abitudini ha portato con sé questa quarantena?

Studio visit online, acquisto di materiali online, visita di mostre online, fiere d’arte online, conferenze ed interviste online. Un aumento esponenziale delle attività online. Lo trovo alienante ma per il momento inevitabile per continuare a lavorare.

A quale delle tue abitudini non hai rinunciato?

Grazie a questa semi-quarantena, a camminare. Con le dovute precauzioni.

Quali riflessioni, e/o suggestioni per la tua attività, ti ha ispirato questa situazione?

Uno degli interessi principali della mia ricerca è proprio la relazione delle persone con lo spazio pubblico. Come vi si esprimono e che uso ne fanno. Con l’arrivo del COVID-19 questo oggetto di studio è diventato inaccessibile o confinato se non addirittura sparito. Se mi sono però sempre chiesta che uso ne fanno le persone dello spazio pubblico, quindi quando esiste nelle modalità che lo abbiamo conosciuto fino ad adesso, ora mi sono dovuta chiedere, cosa fanno le persone quando gli viene negato o non esiste più. Come raccontiamo ed esprimiamo la nostra socialità e politicità se non abbiamo uno spazio fisico comune?
È una domanda che mi sono posta prima, ma solo rispetto ad alcuni gruppi sociali. Non ho considerato la possibilità che potesse coinvolgere tutti. Come spesso accade, alcuni eventi, seppur tragici, ti spingono a guardare oltre.

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