“Pret a Diner” torna a Berlino e regala un’esperienza speciale

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di Sarah Scaparone
(originariamente pubblicato su Kite inNepal)

This is not a pop-up restaurant. This is a dining experience. Si chiama Pret a Diner e sarà a Berlino ancora fino al 28 febbraio. Quindi se siete nella capitale tedesca, o se ci andrete entro fine mese, non fatevi scappare l’occasione di partecipare a uno degli appuntamenti più cool del momento.

Mentore e regista dell’evento itinerante, che nel corso del 2013 toccherà Amburgo, Rio de Janeiro, Venezia (28 maggio-9 giugno), Basilea, Ibiza, Londra, San Paolo e Miami, è Olivia Steele, giovane e bellissima artista concettuale conosciuta per le sue opere con i neon.

La formula è semplice: ogni città una location diversa e fuori dal comune, una programmazione di alcune settimane, un grande lavoro sugli allestimenti, cene con chef stellati a prezzi ragionevoli, arte, musica, divertimento. Questa in estrema sintesi l’esperienza di Pret a Diner, evento unico nel suo genere che torna a Berlino dopo precedenti edizioni di successo.

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Quest’anno le cene più trendy del momento si svolgono nell’Opernwerkstätten, zona Mitte, all’ultimo piano di un edificio in disuso. Luci e scritte luminose accompagnano l’ingresso di quella che sarà una serata speciale.

Pret a Diner nasce dall’idea di riunire in una cena stellata cibo, cocktail magistrali, arte, musica e persone per un’esperienza sensoriale dedicata agli amanti del bello di ogni parte del mondo. La location non è vincolata da edifici o confini, e l’esperienza della cena abbraccia le nuove tradizioni perché, come amano raccontare gli organizzatori, “noi crediamo non ci sia creazione senza tradizione, ma nemmeno una tradizione senza creazione. L’esperienza innovativa è al centro della nostra missione“. Ogni ambiente è unico ed in costante cambiamento: le tavole, le stanze, tutto muta a seconda del numero degli ospiti, della serata, dell’ispirazione del momento.

I dettagli, è il caso di dirlo, fanno la differenza. E te ne accorgi subito. Tutto è all’insegna dell’arte e della qualità, nulla è lasciato al caso: dal cibo al vino, dagli oggetti in esposizione a quelli in vendita, dalla musica alla galleria Circle Culture Gallery, che tutte le sere accompagna con la propria esposizione di opere di artisti internazionali lo svolgersi della serata.

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Io e la mia amica Tania Mauri abbiamo cenato sotto l’egida dello stellato Michael Kempf, assaggiando us filet edamame sweet potato radish asian jus (delicatissimo filetto) e codfish carrot ginger tea (aromatico baccalà). La cena è stata elegante ma l’ambiente, seppur raffinato, del tutto informale. Oltre al luogo e all’atmosfera, davvero unici, anche la cucina svolge un ruolo da protagonista e non solo per i nomi blasonati che si alternano nel corso delle serate. Lo racconta l’allestimento stesso del locale, con un grande bancone centrale nella sala principale in cui cucinano a vista lo chef e la sua brigata.