40 festival in 40 settimane? Christine Neder l’ha fatto e lo racconta in un libro
Durante i suoi primi 26 anni di vita, Christine Neder non aveva mai partecipato ad alcun festival, considerandoli troppo sporchi, rumorosi e affollati. Oggi di anni Christine ne ha 27 e di festival ne ha visitati ben 40… in 40 settimane.
Tutto è iniziato quando la berlinese di Friedrichshain ha vinto i biglietti per il Melt! Festival, dove elettronica e rock si fondono nell’Alta Sassonia. Dopo aver partecipato, Christine non solo si è ricreduta sulla fama dei festival, ma ne è rimasta talmente eccitata da decidere di recuperare in un solo anno tutto ciò che aveva perso: “La loro immagine è molto cambiata negli ultimi anni – racconta la ragazza – non deve necessariamente essere un’esperienza disgustosa, oggi vengono offerti servizi igienici, docce, lavandini e le persone si portano tutto il necessario, perfino la piastra per i capelli”.
Ma Christine non è nuova alle esperienze curiose: due anni fa, infatti, la blogger ha sperimentato il couchsurfing, dormendo per 90 notti su 90 diversi divani di Berlino. Sono i 40 festival, però, ad esserle rimasti impressi, tanto da pubblicarne un libro.
Il viaggio è iniziato in Florida, con lo Strawberry Festival, per proseguire poi a Miami Beach con il Gay Party, in Grecia al Gourmet Festival, ai festival classici sulle montagne svizzere ed è proseguito per 40 settimane, dove la Neder ha scoperto paesi, generi musicali e ha conosciute persone.
L’esperienza migliore, racconta la ragazza, l’ha vissuta al KaZantip, il festival di musica elettronica che si svolge in Ucraina: cinque settimane di party sulla spiaggia. Il ricordo peggiore è legato al Sanfermines di Pamplona, la famosa corsa coi tori, ritenuta crudele da molti, tra cui Christine. La Spagna si è però rifatta con il Festival della Tomatina, la guerra del pomodoro di Buñol, Valencia, durante la quale ben 40.000 persone si tirano pomodori. E il divertimento è assicurato.
“I festival danno la possibilità di essere come più si desidera, è come ritrovarsi in un universo parallelo”, conclude Christine.
Thank you!
you’re welcome, Christine!