Per rinascere, il “grigio” Marzahn si affida al guerrilla marketing

Marzahn (© Il Mitte)

Se pensate a Marzahn, che cosa vi viene in mente? Alti Plattenbatuen in cemento, anonimi stradoni, il più grande quartiere dormitorio di tutta la Germania, caratterizzato da un grigiume diffuso ed una noia palpabile. Già. Eppure, l’Ortsteil situato nella zona nord-orientale della capitale tedesca non offre solamente questo.

I Giardini del Mondo (“Gärten der Welt” nell’Erholungspark, che avevamo inserito nella nostra lista dei 10 parchi nascosti di Berlino), ad esempio, sono un’attrazione turistica che attira migliaia di visitatori ogni mese. L’area, inoltre, offre la più grande parete da arrampicata indoor del mondo, all’interno di un cinema multisala, un antico mulino a vento ancora funzionante, e lo Schloss Biesdorf, al cui interno si può visitare un’importante rassegna sull’arte nella DDR.

Ma anche 20 chilometri di piste ciclabili, un parco in fase di completamento (il Clean Tech Business Park, sarà inaugurato nel 2014), ed il Salone internazionale del giardinaggio (IGA), che si terrà proprio qui, nel 2017. Per queste ragioni la giunta locale, di concerto con l’Assessore allo Sviluppo Urbano Christian Graff, vuole cercare di dare una svolta alla parvenza triste dell’area.

Così, il quartiere ha stanziato 500mila euro – soprattutto fondi europei e federali – per costruirsi una nuova immagine. Il primo “acquisto” è stato quello di Oleg Peters, ex direttore del Marzahn-Hellersdorf Circle, esperto di marketing territoriale. A lui sarà affidato il coordinamento della “rinascita” di Marzahn.

Parte dei fondi verranno investiti in una campagna pubblicitaria tradizionale, con manifesti e pubblicità. Altri saranno invece destinati a forme di guerrilla marketing: potrebbero, ad esempio, essere istituiti dei temporary store in altre zone della città, contenenti giochi interattivi incentrati sul quartiere e materiale pubblicitario (o gadget) in regalo.

L’obiettivo, ovviamente, è quello di suscitare l’interesse dei berlinesi per il grande quartiere residenziale che entrò a far parte della Grande Berlino con la riforma del 1920. Al progetto contribuiranno anche alcune società immobiliari, che verseranno una cifra vicina a 100mila euro, in cambio di una campagna di immagine di durata triennale.

Leggi anche il reportage: Marzahn, Berlino: la città dei senza lavoro

6 COMMENTS

  1. Chi ha ancora l’idea di Marzahn come un posto triste è rimasto a 20 anni fa, non merita più la sua fama, come è avvenuto per il Bronx si è lavorato molto per rendere il quartiere migliore, e i risultati si stanno vedendo adesso.
    In Foto: WHH SK-65, forse i migliori Plattenbau mai costruiti nella DDR, ce ne sono uguali sulla Leipziger Strasse, e venderei l’anima per avere la vista dal 20esimo piano.

  2. L’articolo inizia male, anzi ripete in modo stuccchevole il clichè voluto da quella pubblicistica tutta borghese che considera le realizzazioni del socialismo con un disprezzo pregiudiziale. Marzahn la visitai quando a Berlino c’era ancora il muro, e vi assicuro che mi trovai davanti ad un assetto urbanistico totalmente all’avanguardia. Come si può parlare di città dormitorio, di grigiume diffuso e di una noia impalpabile? E poi tali giudizi da quale pulpito vengono dichiarati. Si sott’indende nell’articolo che finalmente da quando sono arrivati “i nostri”, le società immobiliari private, il quartiere comincia ad avere o tenta di divenire più umano e decoroso. No. Le cose non stanno così. A Berlino il mercato immobiliare è stato fin’ora a buon mercato grazie appunto a questi nuovi quartieri. La DDR costruì in circa 20 dal 1970 alla fine degli anni ’80, 1.000.000 di appartamenti, sì avete letto bene 1 milione. Penso che sia stata la più colossale urbanizzazione avvenuta in europa e forse nel mondo. Ritornando a Marzahn, non esiste quartiere periferico in Europa che sia al suo livello qualitativo. Non si vede traccia di speculazione edilizia ne speculazione di aree fabbricabili, ampi spazi tra una costruzione e l’altra, grandi aree esclusivamente pedonabili, parcheggi e strade secondarie interne, edifici immersi nel verde e grandi parchi con sentieri che collegano scuole e spazi per le attività sportive, biblioteche, teatri, presidi sanitari e centri con piscine e saune. Si passeggia a Marzahn attraverso questi parchi ricchi di alberi e aiuole e zone per i giochi dei bambini. Passi attraverso migliaia di appartamenti di cui non senti la presenza: un miracolo urbanistico. All’autore dell’articolo vorrei fare una domanda: conosci tu Marzahn? Se tu conosci la condizione orribile dei nostri quartieri periferici di Roma quali Centocelle, il Tiburtino, la Magliana etc. etc. come hai potuto esordire in quel modo scrivendo l’articolo su Marzahn? La verità su Marzahn è quella da me descritta la tua fa parte di un pregiudizio radicato contro le realizzazioni del socialismo. Per questi motivi dopo vent’anni che conobbi Marzahn ci sono venuto ad abitare oggi con mia grande soddisfazione. Spero che questa verità sia fatta conoscere ai lettori del vostro sito.

    • grazie Michele, la superficialità dell’articolo è lampante, ho apprezzato molto le tue parole e il senso di alcune tue affermazioni sul socialismo.

  3. Il post di Michele è illuminante e veritiero.
    Penso alle periferie romane, anche quelle più recenti come Ponte di Nona, e Marzahn è semplicemente incomparabile.

  4. Gentile Michele,

    grazie per il suo contributo. L’articolo non vuole essere pregiudiziale in alcun modo, semmai riporta una “nomea” diffusa sul fatto che Marzahn non sia certo uno dei quartieri più vivi della capitale. Non è un caso che, infatti, le agenzie immobiliari (che non sono i “nostri” o i “loro”, sono soltanto le agenzie che oggi gestiscono la grande parte delle abitazioni del quartiere) vogliano fare qualcosa per migliorare questa situazione.

    Mi spiace lei abbia letto giudizi di merito nell’articolo, è trapelata la suggestione sbagliata. L’intento, anzi, era quello di elencarne gli aspetti più vivi. Quindi nessuna “pubblicistica borghese che considera le realizzazioni del socialismo con un disprezzo pregiudiziale”, Marzahn negli anni ’80 era sicuramente un modello esemplare di un certo tipo di architettura funzionale. Si riportava soltanto una notizia (vera, può appurarlo altrove).

    Saluti
    La redazione

  5. sono anch’io d’ accordo con Michele se visitiamo i quartieri di Maerkisches Viertel o Britz sud od altri nell’ex WestBerlin, possiamo vedere alcune differenze.

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