Le ossessioni del quotidiano nelle coreografie di Salvatore Siciliano

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di Giulia Maninetti

Prendete un giovane coreografo pieno di idee e quattro meravigliose interpreti. Aggiungete una particolare cura nella scelta delle musiche (di Matresanch e Purcell) e in quella dei costumi (a cura di Tina Sento), e ne verrà fuori The world in the void out there, secondo spettacolo dell’italiano Salvatore Siciliano, debuttato venerdì alla Theaterhaus, a Mitte.

Nonostante la struttura e il concetto forte alla base del lavoro, costruito per quadri intorno all’idea della mancanza, l’interpretazione rimane, però, aperta allo spettatore. Ci si trova davanti a diverse immagini che parlano del vuoto e delle assenze presenti in molti aspetti della contemporaneità.

Personalmente, mi sono trovata di fronte alle problematicità e alle ossessioni che il quotidiano ci presenta, e mi sono sentita particolarmente toccata da alcune suggestioni.

Siciliano, a soli 24 anni, dopo aver studiato e lavorato a Milano e ad Atene (dove ha presentato il suo primo lavoro, Atena Nike, tutto incentrato sulla mitologia greca), vive a Berlino da alcuni mesi. Nel suo percorso di ricerca ha due pilastri fondamentali: l’estetica e l’espressività, che si coniugano in modo esemplare in questo pezzo.

Le bravissime danzatrici (Nicole Fabrinetti, Giulia Mandelli, Valentina Migliorati e Michela Rossi), infatti, riescono ad unire un’ottima tecnica ad una bella gestualità, in una serie di coreografie precise e delicate, ma allo stesso tempo dense di energia e vigore.

La qualità del movimento va di pari passo con quello che esso deve esprimere secondo Siciliano, il quale lavora sempre a stretto contatto con l’individualità del danzatore. La bellezza del corpo danzante e dei significati che esso può sprigionare si esplicita in modo particolare in quest’opera, che riesce ad andare oltre alla pura estetica e lascia uscire lo spettatore con nuove domande e curiosità.

Interessante anche il disegno delle luci, anch’esso a cura dello stesso Siciliano. In una chiacchierata post-spettacolo il giovane coreografo conferma la sua fecondità d’idee, già percepibile in questo lavoro, rivelandomi di essere già immerso nell’ideazione di un nuovo progetto.

Lo spettacolo è stato molto apprezzato dal pubblico, numerosissimo e molto caloroso. Data l’affluenza di pubblico di questi giorni, potrebbero anche esserci nuove repliche. In tal caso, consiglio agli appassionati di danza e non (è un ottimo modo per avvicinarsi alla materia) di non lasciarselo scappare.