I Verdi tedeschi chiedono svolta energetica dopo escalation Iran-Israele
L’escalation del conflitto tra Israele e Iran ha generato immediate ripercussioni sui mercati energetici globali, provocando un aumento dei prezzi di petrolio e gas naturale. In questa situazione, i Verdi tedeschi vedono profilarsi il rischio di una nuova crisi energetica e quindi un nuovo balzo in avanti dell’inflazione nel prossimo futuro. Per questo, criticano duramente la strategia energetica della Ministra dell’Economia Katherina Reiche (CDU) e invocano una rapida transizione verso le energie rinnovabili.
L’impatto immediato dell’escalation fra Israele e Iran sui mercati energetici tedeschi
L’Automobile Club tedesco (ADAC) ha registrato incrementi di alcuni centesimi per litro nei prezzi di benzina e diesel, come conseguenza immediata della tensione geopolitica sui mercati internazionali. Parallelamente, il gas naturale ha subito rincari temporanei durante il weekend.
Il rapporto fra il quadro geopolitico attuale assume dimensioni particolarmente critiche considerando che oltre il 20% delle forniture mondiali di petrolio transita attraverso lo Stretto di Hormuz, corridoio strategico controllato dall’Iran. La percentuale risulta ancora più elevata per quanto riguarda il trasporto di navi cisterna di gas naturale liquefatto (GNL), cruciale per l’approvvigionamento energetico globale.
La posizione critica dei Verdi verso la politica energetica del governo Merz
I vicepresidenti del gruppo parlamentare dei Verdi Julia Verlinden e Andreas Audretsch hanno formulato severe critiche nei confronti della strategia energetica promossa dalla Ministra Reiche. Secondo i due parlamentari, continuare ad affidarsi in modo così prevalente ai combustibili fossili compromette la sicurezza energetica del Paese.
Le critiche dei Verdi, evidentemente, non prescindono dal passato professionale di Reiche, che ha presieduto in passato consiglio di amministrazione di Westenergie, dove era responsabile di oltre 30.000 chilometri di rete del gas. Verlinden e Audretsch sostengono che questo background abbia portato la Ministra ad acquisire una mentalità che tende a privilegiare i combustibili fossili come fonti energetiche e che influenza le sue decisioni politiche attuali.
Immediatamente dopo l’assunzione dell’incarico, Reiche ha annunciato piani per la costruzione di nuove centrali a gas, con gare d’appalto previste per almeno 20 gigawatt di capacità. Questa decisione viene interpretata dai Verdi come un passo indietro rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione.
L’opposizione chiede un piano di preparazione alle crisi energetiche
I Verdi hanno sollecitato Reiche a elaborare, in collaborazione con aziende e organizzazioni dei consumatori, un piano strategico per fronteggiare possibili future crisi energetiche.
Le richieste includono il proseguimento dello sviluppo delle energie rinnovabili e la promozione della mobilità elettrica come elementi fondamentali per ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili e la conseguente dipendenza da i Paesi che ne permettono l’approvvigionamento.
L’analisi dei Verdi evidenzia come la dipendenza dai combustibili fossili esponga Germania ed Europa alla volatilità decisionale di “dittatori e autocrati”, includendo in questa categoria Putin, Trump e i leader iraniani. La proposta alternativa si concentra su protezione climatica, energie rinnovabili, tecnologie innovative, sovranità europea e accessibilità dei prezzi. Verlinden e Audretsch hanno lanciato un monito riguardo possibili aumenti dei prezzi ancora più significativi rispetto a quelli registrati all’inizio del conflitto russo-ucraino. Tale scenario comporterebbe incrementi dei prezzi alimentari, esplosione dei costi del carburante e aumenti generalizzati dei costi di produzione per le imprese.
