Le trascrizioni riservate di Helmut Kohl su NATO, Ucraina e DDR

In Germania sta facendo discutere la pubblicazione, avvenuta lunedì su Der Spiegel, di alcune dichiarazioni inedite dell’ex Cancelliere federale tedesco Helmut Kohl (CDU). Si tratta di affermazioni risalenti al periodo della riunificazione tedesca, contenenti valutazioni critiche su diverse questioni geopolitiche, che dimostrano anche non piccoli errori di valutazione da parte dell’ex capo del governo. Questi documenti, finora mantenuti parzialmente secretati, mostrano posizioni quantomeno miopi di Kohl su temi come l’indipendenza dell’Ucraina, la DDR, le sorti della Repubblica Ceca e della NATO: posizioni che non erano state rese pubbliche durante la sua vita politica.
Le dichiarazioni inedite di Kohl: l’indipendenza dell’Ucraina? Impossibile. E la NATO non deve espandersi a est
Le dichiarazioni provengono dalla collezione documentale “Edizione speciale dell’Unità tedesca”, pubblicata da Kohl prima delle elezioni parlamentari del 1998. Sarebbe stato lo stesso Kohl a far omettere i passaggi ora pubblicati dal settimanale tedesco. Questa raccolta, che includeva numerosi documenti fondamentali relativi al processo di unificazione tedesca, aveva suscitato notevole interesse internazionale.
L’accesso recente ai documenti integrali ha permesso a Der Spiegel di analizzare le parti precedentemente censurate. Emergono da questa lettura giudizi severi espressi da Kohl sull’allora presidente cecoslovacco Václav Havel, che, secondo il cancelliere, mancava totalmente di una capacità di comprensione dettagliata della politica, al punto da spingere Kohl a suggerire che sarebbe stato meglio che il suo mandato presidenziale fosse solo temporaneo. Questa valutazione si rivelò errata o quantomeno non condivisa, considerando che Havel, dopo la dissoluzione della Cecoslovacchia nel 1993, mantenne la presidenza della Repubblica Ceca fino al 2003.
Riguardo all’Ucraina, allora parte dell’Unione Sovietica, Kohl manifestò una posizione contraria all’indipendenza del Paese. In una conversazione con il presidente francese François Mitterrand, definì l’Ucraina “un elemento centrale” dell’URSS, escludendo la possibilità di una sua emancipazione dalla superpotenza dell’est. Tale previsione fu smentita dalla storia meno di due anni dopo, quando il crollo del blocco sovietico portò, fra le altre cose, anche all’indipendenza dell’Ucraina come Stato sovrano.
Un passaggio particolarmente rilevante delle trascrizioni riguarda l’espansione della NATO verso est. Durante un incontro del 15 febbraio 1990, Mitterrand affermò che sarebbe stato necessario “dichiarare solennemente che la NATO non sarà spinta verso est”, ricevendo l’esplicito consenso di Kohl. Questa posizione acquisisce significato alla luce dei successivi sviluppi delle relazioni internazionali.
Nei documenti emerge anche una nota di Peter Hartmann, all’epoca capogruppo alla Cancelleria e successivamente consigliere di Kohl, datata 29 gennaio 1990. Hartmann definiva “irrealistica” l’idea di un’estensione dell’alleanza NATO alla DDR, sostenendo che tale prospettiva avrebbe ostacolato il processo di unificazione tedesca.

Le trascrizioni rivelano inoltre commenti negativi di Kohl su Gregor Gysi, oggi membro di spicco di Die Linke e all’epoca leader della SED. In una conversazione con Mitterrand, che aveva descritto Gysi come “una personalità” intelligente, ricordando come il politico tedesco fosse ebreo e figlio di un uomo vissuto in Francia, Kohl rispose che Gysi non piaceva ai cittadini della DDR, che ne avevano paura e lo consideravano una persona non limpida. Der Spiegel precisa che queste affermazioni contenevano inesattezze: Gysi non era ebreo secondo la legge religiosa e non si identificava come tale, né suo padre aveva vissuto in Francia. Al contrario, Klaus Gysi era stato perseguitato dal regime nazista in quanto sia comunista che ebreo.
Helmut Kohl, sesto Cancelliere della Repubblica Federale di Germania dal 1982 al 1998, è deceduto nel 2017.