La fuga dei codardi

[© Alberto Fava / al.fa on Flickr / CC BY 2.0]
[© Alberto Fava / al.fa on Flickr / CC BY 2.0]

[© Alberto Fava / al.fa on Flickr / CC BY 2.0]
[© Alberto Fava / al.fa on Flickr / CC BY 2.0]
di Gabriele Paoletti

Chi sei? Giudichi? Che idea hai di chi parte?

Luca ha appena detto che parte, non ha nemmeno detto perché, lascia l’Italia e non si sa per quanto. Luca ama la sua nazione. Come dargli torto, da una culla lo ha reso quel che è oggi. Ha un lavoro e le cose gli girano per il verso giusto, è giovane, deve solo avere pazienza.

Non ha problemi a vivere e non è uno di quelli che punta il dito contro tutto e tutti. Di certo non è felice di come vadano le cose qui, ma è felice di vivere e non pensa che rivangare il passato o disprezzare una classe politica corrotta che ha commesso mille o più errori serva a qualcosa.

Pensa che ricordare il passato sia fondamentale per non ricadere negli stessi sbagli. Ricordare e rivangare sono cose molto differenti, lamentarsi ed agire sono cose differenti, dice. Luca ha voglia di crescere, ha fame di arricchirsi, ma non solo nel senso economico del termine, ha voglia di migliorare e migliorarsi.

Luca parte, non vuole più rinviare. Ma perché? Cosa penseranno di lui? «L’ennesimo Italiano che FUGGE dall’Italia», diranno. Eccola lì, quella piccola associazione che balena nella mente ogni volta che qualcuno decide di trasferirsi. Che sia un amico, un fratello, un figlio,un estraneo, per chiunque, sta fuggendo.

«Sta fuggendo e non resta a combattere!». Quando è iniziata questa guerra? Ma a quanto pare chi va via fugge, tipico comportamento da codardi, scappano, non affrontano i problemi. «Non vuole migliorare il proprio paese, vuole la pappa bella e pronta da un’altra parte». In quanti lo penseranno… ma adesso vi dico cosa pensa Luca.

Luca pensa di avere il diritto di sentirsi cittadino del MONDO, perché questo è essere un umano. Che quello che a qualcuno può apparire come incantevole, a qualcun altro potrebbe sembrare lercio.

Luca crede nelle proprie radici, ne va fiero e cerca attraverso se stesso di mostrare il meglio di esse ovunque si trovi. A Luca non piace l’idea di un mondo con troppi confini, non basta abbattere un muro per debilitarli. È fin troppo facile rendersi conto di quanta gente si affidi ancora agli stereotipi per guardare dall’alto in basso e giudicare in meno di uno sguardo.

Ma Luca è convinto che la disonestà e l’onestà esistono ovunque. Lo stesso vale per il bene ed il male, l’essere organizzati o disorganizzati, professionali e non. Bravi a condurre una azienda o un paese al successo o alla rovina, il dire cosa è giusto o sbagliato.

A Luca non piace giudicare. Crede nella forza della propria voglia di vivere. Fondamentale per lui è l’esperienza. Si trova spesso a riflettere sull’etimologia di questa parola, “esperire, ossia provare su di sé”. Luca vuole guardare il mondo con i propri occhi e sperimentarlo con il proprio corpo, ed il mondo di un essere umano è ben più grande di un fazzoletto di terra.

Luca è convinto che da chi è meglio o peggio di lui non può che imparare, che da tutti non può che imparare. Luca è partito per progredire. Ha SCELTO di lasciare casa amici e lavoro, non è FUGGITO. Non bisognerebbe offendere chi fugge. Si fugge dalle guerre e dai mali, spesso dalla morte sicura. Si fugge su barconi di speranza che non ne lasciano la ben che minima di arrivare da qualche parte.

Luca adesso sta vivendo una realtà che funziona meglio di quella in cui è nato ed è curioso di capirne il perché. Per questo lo fa da vicino, certe cose non si possono capire guardando la Tv o ascoltando le notizie alla radio. Luca dice che: “La pappa bella e pronta” non esiste.

Che devi ricominciare umilmente da zero, che il tuo livello di comunicazione in un paese straniero spesso è al pari di quello di un bambino che frequenta le prime classi scolastiche. Che se prima vivevi vicino all’equatore, adesso è arrivato il momento di coprirsi prima di uscire di casa.

Che all’estero la fortuna non vale doppio e devi farti il mazzo come ovunque, nessuno ti regala niente. Che devi essere all’altezza e dimostrarlo, l’amico del cugino del fratello di tuo padre non ti servirà. Che si può mangiare bene dappertutto. Che la tua mente può allargarsi ed allargare i propri orizzonti solo dovo aver conosciuto sul serio persone di tutto il mondo.

Che solo allora inizierai a capire la soggettività e la relatività della parola fortuna. Che un amico lo è in ogni luogo. Che in molti non sanno nemmeno cos’è o dov’è la nazione o il posto da cui provieni. Che l’immagine della nostra classe politica all’estero è molto peggiore di quel che possiate immaginare, e vi ritroverete spesso a dover spiegare il perché.

Che essere codardi non è partire, ma un’altra cosa. Luca è convinto che dovunque sarà la sua nuova casa, la vecchia resterà sempre nel suo cuore. Pensa che con orgoglio, migliorando se stesso, non potrà che far del bene alla propria nazione, non potrà che far del bene al proprio mondo. Luca è felice di cambiare, fiero di dire che l’evoluzione parte da qui.

Tu? Chi sei? Giudichi? Che idea hai di chi parte?

18 COMMENTS

  1. Se Luca sa che l’onestà e la disonestà esistono ovunque, allora sa anche che questo assoluto: “l’amico del cugino del fratello di tuo padre non ti servirà” non regge nemmeno in Germania. Al massimo capita meno frequentemente.

  2. Probabilmente può dare del codardo a chi parte solo chi non ha il coraggio di partire, e lo invidia!
    Di certo ci vuole più coraggio a lasciarsi tutto ciò che si conosce alle spalle cercando più fortuna, e rischiando anche più sfortuna, che a rimanere qui a subire…
    <> “M. Luther King”

  3. molto interessante… io mi posso definire “Luca” per la seconda volta (dall’Albania in Italia, dall’ Italia in Germania) ed e’ molto ma molto interessante tutta questa avventura…Adoro Berlino!!! Amo lo stile di vita italiano e la disciplina/sistema tedesco :-)

  4. Quando sono arrivato a: “Vuole la pappa bella e pronta da un’ altra parte” ho smesso di leggere questo articolo che nella mia nuova terra definirei “Bullshit”!!!!…… Dai venite tutti all’ estero a mangiare la pappa bella e pronta!!! Dai…… Vi aspettano tutti a braccia aperte e con un piatto caldo, una pappa bella e pronta! Dai codardi!!!…. Grande questo giornalista! Grande sfigato! Speriamo rimanga in Italia a combattere per… Per voi!!!

  5. Non siamo mai stati UN POPOLO: e’ stata fatta l’Italia, mai gli italiani! Non abbiamo un senso di appartenenza atavica, di patria, di stirpe…abbiamo lasciato che il NOSTRO paese sia offerto su un vassoio d’argento a dei barbari, che lo stanno distruggendo! Non abbiamo mosso un dito per difendere i nostri confini, perché l’Italiano non riesce a pensare oltre all’uscio della propria casa. Non siamo stati in grado di rovesciare dei governi collusi, disonesti, servi dei poteri forti internazionali che a tutt’oggi continuano ad agire liberi ed impuniti la loro opera di sistematica distruzione del paese! Chiunque ha un briciolo di cervello e capacita’, non puo’ fare altro che andarsene!

  6. Bellissimo questo scorcio di realta’ sui moderni migranti, un abbraccio virtuale all’autore.
    Ancora una volta mi ritrovo a dichiarare profondo odio nei confronti del modo di pensare dell’italiano, non medio, dell’italiano punto. Una persona decide di inseguire i propri sogni et entare la sorta (gesto coraggioso al contrario dell’esser codardo). Ma tutti quelli che lo circondano lo vituperano come codardo, mi chiedo il perche? L’italiano e’ invidioso di chi ha il coraggio di prendere posizione contro il bullo di turno, ha paura del cambiamento. L’italiano e’ pigro mentalmente, non vuole fare sforzi. Alla dichiarazione: “Non vuole migliorare il proprio paese, vuole la pappa bella e pronta da un’altra parte” rispondo: siete davvero cosi’ stupidi da credere che qualcuno abbia steso il tappeto rosso aspettando che arrivi nel paese di destinazione?
    Cosa dire dei migranti di tuttte le altre nazionalita e di tutte le generazioni? Solo l’italiano parla male dei propri “fratelli” perche’ ne e’ semplicemente geloso. Ed in questo termine e’ racchiusa tutta la piccolezza della mentalita’ italiana, quella mentalita’ italiana che mi soffocava quando ero didicenne poi ventenne ed ancora trentenne. Quella mentalita dalla quale sono scappato prima ancora di oltrepassare i confini nazionali.
    Io non tornero’ indietro perche’ in italia non riesco a respirare, lo sfascio del paese non l’ho prodotto io. Son sempre stato onesto e probabilmente ho fatto molto piu’ io di quanto non abbiano fatto quelli che ci urlano il disprezzo perche non siam rimasti a combattere. In realta’ io son convinto che piu che combattere, chi rimane lo faccia solo per pagare le tasse e mantenere quei porci nel castello. Ho detto castello e non palazzo perche’ l’italia e’ un paese medievale.

  7. una visione un pò hippy… Emigrare perchè non esistono confini e per voglia di migliorarsi? Io direi più realisticamente: non c’è lavoro, non c’è merito e si va avanti per raccomandazioni. C’è anche chi emigra per “arricchire lo spirito” ma secondo me soprattutto perchè è costretto da condizioni di vita francamente stressanti (anche se non è detto che all’estero ci si trovi meglio e infatti molti tornano indietro!)

  8. Per quanto questa visione da cittadino del mondo mi sembri un po’ forzata, io credo che sia ridicola questa contrapposizione fra chi parte e chi resta. Trovo giusto sia combattere per il proprio futuro in casa che all’estero. L’importante è solo non rimanere inattivi e lamentarsi che non c’è lavoro stando in casa a non far nulla… Anche se stare qua significa buttare centinaia di curricula in un buco nero da cui non escono mai.

  9. Il problema dell’emigrazione è, soprattutto, di noi laureati meridionali, al centro-nord il lavoro si trova ancora con la laurea, soprattutto tecnica, dovete cominciare a migrare e soffrire anche voi nordici così la finite di rompere il cazzo con la storia dei terroni, noi meridionali siamo figli di un Dio minore, voi nordici siete piu fortunati

  10. La prossima volta che vi sentite dire che partire è da codardi, chiedete a loro cosa fanno loro, per cambiare le cose in Italia. A me pare siano ben in pochi quelli che ci provano. Del resto chi vi dice che le cose all’estero siano migliori? Negli States io ho lottato otto anni un Presidente e una amministrazione che ho profondamente odiato.

  11. e perchè dovrebbe essere cosí? comunque non penso dipenda dalla regione di provenienza, ma dalle capacitá di ognuno di noi. È palese che il meridione offra meno rispetto al settentrione, ma se te non vali, non varrai ovunque.

  12. all’estero da due anni…a 28 anni mi sono rimesso in piedi..lavapiatti, cameriere,barista,aiuto cuoco.. magazziniere,muratore,autista ..vengo da Pordenone ovvero dall’ex- ricco nordest ,chiusa la partita iva sono partito alla volta della gran bretagna. saluti

Comments are closed.