Unioni civili approvate in Italia: senatore italiano invitato a Berlino

Photo by Pierluigi Muscolino
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da sin. a ds: Federico Quadrelli, Barbara Loth, Sergio Lo Giudice, Petra Nowacki. Photo by Pierluigi Muscolino ©

di Annika Kreusch

Chi in Italia da anni lotta per il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali, ora ha un fondato motivo per festeggiare: l’11 maggio, infatti, il governo ha approvato il riconoscimento giuridico delle unioni tra persone dello stesso sesso. L’Italia è stata uno degli ultimi Paesi, in Europa, a permettere alle coppie omosessuali di ufficializzare la loro unione. La legge è stata approvata dopo un controverso dibattito, che alla fine ha visto il premier Matteo Renzi porre la fiducia, al fine di evitare nuovi emendamenti.

Per parlare di questo tema, è recentemente arrivato a Berlino il senatore Sergio Lo Giudice (PD), che ha svolto un ruolo di primo piano nello sviluppo della legge in Italia. Noi de “Il Mitte” siamo stati parte di un tour dell’Abgeordnetenhaus che venerdì ha visto Lo Giudice incontrare il Segretario di Stato Barbara Loth. Lo Giudice, che ha sposato ad Oslo il suo compagno e ha con lui un figlio nato con la maternità surrogata, ha in seguito, nel corso della stessa giornata, espresso le sue opinioni sulla nuova legge nell’ambito di un dibattito organizzato dal PD in Kurt-Schumacher-Haus, a Wedding. In particolare il senatore ha descritto la situazione attuale dei diritti LGBT in Italia. Al momento, in tribunale, davanti all’ufficio delle imposte e in ospedale, le coppie dello stesso sesso sono equiparate ai coniugi. È inoltre possibile assumere il cognome del partner e in caso di morte vengono riconosciuti diritti pensionistici al partner ancora in vita.

“Le unioni civili registrate in Italia sono fondamentalmente un’imitazione della Lebenspartnerschaftsgesetz varata in Germania nel 2002. Anche in Germania, infatti, nella versione originaria della legge non era previsto che due partner dello stesso sesso potessero diventare genitori insieme, anche se uniti civilmente” ha detto Lo Giudice. Solo nel 2005, infatti, in Germania è arrivata la stepchild adoption e nel 2013 la Sukzessivadoption (adozione successiva o adozione del figlio adottivo del partner). Questo ha reso possibile per le coppie omosessuali adottare bambini anche indipendentemente da un legame biologico. Va precisato che anche adesso, in Italia, genitori omosessuali possono ricorrere a un giudice e ottenere comunque l’adozione nell’interesse del bambino, ma è una tutela, per l’appunto, giudiziaria, che riguarda casi singoli. Va inoltre precisato che neanche in Germania c’è un vero e proprio matrimonio tra persone dello stesso sesso, come invece avviene in Francia, Inghilterra, Belgio, Lussemburgo, Olanda, penisola iberica, Scandinavia e Irlanda.

“Questo è un punto fondamentale, se vogliamo definire in modo appropriato questa situazione giuridica. Un’unione civile registrata non è ancora equiparata a un matrimonio e fino a quando sarà così questo tipo di unione non potrà dirsi protetta dalla Costituzione e potrá essere facilmente eliminata con un semplice voto a maggioranza”, ha sottolineato nel corso dello stesso dibattito Alfonso Pantisano, attivista LGBT e fondatore del movimento “Enough is enough”. “È importante chiarirlo alla gente” ha ribadito “altrimenti corriamo il rischio di smettere di combattere, quando il risultato non è ancora stato definitivamente acquisito”.

Anche se il percorso per arrivare al matrimonio tra persone dello stesso sesso sarà di sicuro lungo e faticoso, un primo obiettivo è stato indubbiamente raggiunto. Resta infatti acquisito che, adozione a parte, gli altri diritti fondamentali delle coppie omosessuali siamo ormai riconosciuti.