Unconventional Berlin Diary: tendere alla bruttezza

by Angela Fiore

Ci avete fatto caso? I controllori DB e BVG sembrano tutti esattamente il tipo di sbandato a cui si farebbe la multa. Secondo me è una subdola strategia dei vertici di entrambe le compagnie per evitare che chi non ha il biglietto scappi in tempo dai controllori con l’aspetto troppo “istituzionale”. Ci pensavo ad Hallesches Tor, mentre un ragazzotto con l’abbigliamento di un apprendista del cartello di Medellin controllava i titoli di viaggio costringendomi a ricordare che tra un po’ devo rinnovare l’abbonamento, perché è quasi maggio.

E quasi maggio e nevica. Ho riposto il chiodo e ho ripreso la giacca imbottita. Tutto questo è ingiusto, Berlino.
Ieri sono uscita con mio fratello e si gelava, ho dovuto mettere sciarpa e cappello di lana. L’intenzione era quella di fare due passi. Siamo andati verso Warschauer Straße e all’altezza di Neue Bahnhofstraße abbiamo cominciato a girare a caso. Trovo a questo punto doveroso precisare che mio fratello ha in comune con Wolfie una specie di “applicazione” interna che fa sì che si diriga sempre verso scorci urbani che si possono solo definire “di merda”. Possono partire da Fontana di Trevi o dagli Champs Elysées, finiranno sempre magicamente in cima a un cavalcavia, davanti a un ecomostro, in una pozza di fango davanti a un benzinaio chiuso.

La passeggiata di ieri non ha fatto eccezione. Mentre gli angoli più carini di Friedrichshain lasciavano il posto a paesaggi sempre più squallidi ho detto a mio fratello: “nel nostro prossimo futuro vedo una strada ad alto scorrimento e un marciapiede sempre più stretto“. Mi ha risposto “e invece io sento che ci si sta per aprire davanti uno splendido panorama”. E nel gelo primaverile siamo finiti davanti a un cantiere. Con una ciminiera sullo sfondo. E alle spalle la stazione di Ostkreuz.

Glossario.

Wolfie: essere di genere indefinibile. Per metà Ziggy Stardust, per metà Kurt Cobain, per metà la mia metà.

Mio fratello: coinquilina e amica di lunghissima data. Ci chiamiamo reciprocamente “fratello” e parliamo di noi al maschile.

Il bambino: per il mondo è “Ein Arschloch”. Per me è semplicente “il bambino”.

♠”Siberia”–Diaframma♠

Machete

Machete vive a Berlino dal 2013.

Ama anche la musica, il cinema, la letteratura e la serotonina.

A otto anni sperava che prima o poi qualcuno avrebbe inventato una pillola contro la morte. Un po’ lo spera ancora.