La città dei suoni e della musica: melodie berlinesi

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© Warschauer Straße Youtube / screenshot

di Valerio Polani

Berlino città di artisti, hipster, e sognatori; sfondo di momenti, vibrazioni, musica, canzoni. Suoni.

Berlino città di melodie melanconiche e immortali, di note che lasciano il segno, di suoni unici e caratteristici. Berlino città di artisti e di cantanti, di David Bowie, Lou Reed  e di Nick Cave.

Berlino che cambia nel tempo, ma negli anni resta sempre se stessa. Berlino che non dorme mai, che balla e canta tutta la notte.

Berlino Est e Ovest, Kreuzberg, Neukoelln, Prenzlauer Berg, Mitte.

Ci sono canzoni che evocano momenti e definiscono attimi, ci sono suoni e melodie nati e ispirati da luoghi speciali, esiste la musica che parla, creata per dire qualcosa, per sopravvivere nel  tempo e rendere immortale ciò che racconta.

Ogni storia è diversa, caratterizzata da sfumature uniche che la definiscono bene, disegnata da suoni mai uguali tra loro. Come Berlino.

La città della multi-etnicità, del diverso, dell’essere “in” e maledettamente “out”, dell’amore aperto, degli spiriti liberi e un po’ selvaggi.

Berlino è musica per le nostre orecchie, musica fatta di silenzi assordanti e accenti stranieri, di pioggia e foglie che cadono, di profumi.

David Bowie at the Berlin Wall, 1987
David Bowie at the Berlin Wall (1987) © Denis O’Regan/Getty Images

Berlino è cultura, tanti posti racchiusi in uno solo, tanto diversi quanto uguali tra loro; ogni quartiere è una storia a sé che resta indipendente, ma collegata come con un filo invisibile a tutto il resto. Ci sono artisti che hanno raccontato la città con le loro opere, e continuano a farlo ogni giorno. Ci sono scrittori che (ce) l’hanno raccontata in ogni dettaglio, in ogni sua sfumatura; ci sono cantanti che pur senza nominarla sono riusciti a descrivercela.

Questo è un viaggio musicale a ritroso nel tempo tra i quartieri della città, un percorso intrapreso da persone diverse con storie e personalità differenti, ovviamente, legate tra loro perché ambientate tutte sotto il cielo della capitale tedesca.  Ci sono sfumature tratteggiate da dettagli così comuni, quanto invisibili, caratteristiche sfuggenti ma uniche.

Ci sono canzoni moderne e altre più datate, alcune delle quali immortali. Trattano temi diversi, e paragonate tra loro in questo viaggio immaginario tra i quartieri principali della città ci spiegano quanto questo luogo sia cambiato e cambi tutt’ora, pur mantenendo la stessa anima di sempre.

Partendo “da uno dei quartieri più anticonformisti”, Kreuzberg, nel 2007 i Bloc Party ce lo raccontano attraverso gli occhi di un venticinquenne in cerca dell’amore, stufo del sesso occasionale e stanco di sentirsi attraversato da un muro come quello della città in cui vive.

La problematica così attuale, ovvero quella della sessualità odierna, era però praticamente inesistente ai tempi del Muro, alla fine degli anni ’70, quando i Gebrueder Blattschuss descrivevano lo stesso quartiere, Kreuzberg, con tipico humor tedesco, concentrando le note e i testi sul tema delle infinite notti segnate da fiumi di birra nei bar della zona. Kreuzberger Naechte, questo il titolo del brano, definisce fortemente quanto la mentalità e lo stile di vita siano cambiati nel corso degli anni. 

Kreuzberg è, a detta di molti, il quartiere più cool di Berlino. Quello più alternativo, quello più alla moda… La regina di Kreuzberg dunque, nell’immaginario collettivo, è la ragazza che si veste alla moda ma quasi mai firmata, che è sexy e incredibilmente semplice. Quella che gira di bar in bar la notte, che entra ed esce da bagni imbrattati da uniposca multicolore. Strana, interessante, a volte incomprensibile nei suoi atteggiamenti. Koenigin von Kreuzberg è l’inno del rapper Prinz Pi al quartiere e alla sua “regina”, che maschera riferimenti politici legati ai suoi ideali di sostegno nei confronti del movimento squatter anche per ricordare quanto il quartiere sia attivo sotto questo punto di vista. 

Ma Berlino non è solo Kreuzberg, non è solo birra né notti infinite.

Spostandoci verso il centro della città, c’è, oltre agli altri, il grande parco di Tiergarten in cui il tempo sembra fermarsi, in cui la natura domina incontrastata, il paradiso per ritrovare se stessi, per cercare una parentesi di relax. A dedicargli una canzone è stato Rufus Wainwright. L’autore, notoriamente gay, ha dichiarato tempo fa in un’intervista di mettere il parco in cima alla sua personale lista dei posti preferiti di Berlino. Il motivo non è stato dichiarato, ma forse dipende da quello che il Tiergarten rappresenta per la comunità omosessuale. Se oggi, infatti, è tollerato il nudismo nella zona del parco denominata Tuntenwiese, all’inizio del ventesimo secolo molti omosessuali amanti di questa abitudine furono deportati nei campi di concentramento e in seguito massacrati.

Proseguendo il nostro viaggio immaginario nel tempo e tra i quartieri, Berlino era per David Bowie la città “degli eroi” (ve ne abbiamo parlato anche qui ). La città fu per lui luogo di così forte ispirazione che lo portò addirittura a scrivere tre album. In Heroes appunto, composto nel 1977, compare tra le varie tracce Neukoeln (dove l’errore grammaticale è voluto).

Il quartiere, situato nel West Berlin, ospita da oltre cinquant’anni una nutrita comunità turca, e si pensa che il sassofono lamentoso  protagonista del brano strumentale faccia riferimento al richiamo del Muezzin, la persona incaricata, nella liturgia islamica, di ricordare l’obbligo di effettuare la preghiera cinque volte al giorno. Una multietnicità che appartiene tuttora a questo quartiere, sebbene oggi Neukoelln sia piena di studenti erasmus, o giovani stranieri.

Nell’Ost Berlin, spostandoci più a Nord,  il quartiere di Prenzlauer Berg sembra una città a . Rinominato “Prenzlauer Kinderwagen” per l’innumerevole quantità di passeggini che affollano i marciapiedi della Kollwitzplatz e dintorni ogni giorno, è il quartiere in cui tutti “sono uguali, in qualche maniera distinti” come recitano Rainald Grebe & Das Orchester der Versohnueng in Prenzlauer Berg. Il tutto lo rende una delle zone più vivibili e tranquille della città, paradiso per le famiglie e giovani artisti.  

Un‘ immagine ben diversa del quartiere invece, risalente al lontano 1978, emerge dalla canzone Der King Von Prenzlauerberg dei City, band rock che raccontava la storia di Nobi, un giovane appassionato di motori e con il vizio della rissa in una Prenzlauer Berg ben diversa da quella che oggi conosciamo

Berlino.

La voglia del cambiamento, il desiderio di “rimanere” unica.

Il sogno, la voglia di rinascita, la libertà, la Musica (con la maiuscola, non a caso).

Pensando a questa città sono le prime parole che mi vengono in mente, parole che trovano riscontro in un film visto di recente e rappresenta il perfetto capolinea di questo viaggio. S’intitola B-Movie: Lust and Sound e racconta la Berlino Ovest degli ultimi anni prima della caduta del Muro, utilizzando come filtro le abitudini di quei tempi e i valori un po’ romantici un po’ sbandati dei giovani berlinesi dell’epoca, innamorati della vita e “malati di Musica”.

La colonna sonora è ad opera di Westbaum, un berlinese, uno di quelli veri, e questo è il main theme.

(ndd): questo piccolo viaggio musicale non pretende di essere esaustivo.

A proposito di musica, leggi anche: 10 canzoni dedicate a 10 bar punk a Berlino

2 COMMENTS

  1. Complimenti, un pezzo ben scritto e documentato. Mi è piaciuta molto la selezione musicale, che punta l’attenzione su artisti tedeschi non propriamente notissimi al pubblico italiano.

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